Storia delle Olimpiadi. Dalla rinascita del dopoguerra a Roma 1960.

2ª puntata –Dalla rinascita del dopoguerra a “Roma 1960”.

LONDRA 1948

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, che fa saltare 2 edizioni dei Giochi, il sacro fuoco di Olimpia torna finalmente ad accendersi. Frattanto, durante i 6 anni di conflitto, tanti atleti sono rimasti gravemente feriti o persino uccisi, fra cui il lunghista tedesco C. L. Hermann Long (rivale di Owens a Berlino 1936), il velocista inglese Eric Liddell (Oro nei 400 a Parigi 1924), il mezzofondista polacco Janusz Kusocinski (Oro nei 10.000 a Los Angeles 1932) e lo schermidore ungherese Endrè Kabos (Oro a Los Angeles 1932 ed a Berlino 1936). Protagonista assoluto per una volta non è un uomo ma una rappresentante di quello che all’epoca era considerato il sesso debole, ovvero l’olandese Fanny Blankers, prima nei 100 m, 200 m, 80 hs e 4×100, per un poker (che sarebbe potuto diventare pokerissimo se non le fosse stato impedito di gareggiare anche nel Lungo, in cui era la strafavorita, a causa di un regolamento insensato che proibiva alle donne di prendere parte a più di 4 gare…) che in Atletica femminile non verrà mai più ripetuto (va precisato, ad ogni modo, che lo sport donne era di un livello generale mediocre, nemmeno lontanamente paragonabile a quello dei colleghi maschi). In casa Italia (in un Paese che sogna ad occhi aperti in virtù delle gesta epiche di Fausto Coppi e Gino Bartali nel Ciclismo) si registra la fantastica ed irripetibile doppietta in Atletica di A. Consolini – una leggenda  – e G. Tosi, Oro e Argento nel Lancio del Disco. Storico primo Titolo per la Pallanuoto maschile, che in Finale si sbarazza 4-2 dell’Olanda. Il medagliere vede prevalere manco a dirlo gli USA (38 Ori) davanti alla solita Svezia (16), alla Francia (10), all’Ungheria (10) ed all’Italia (8).

HELSINKI 1952

Dopo anni di auto isolamento, debutta sulla scena olimpica – in piena guerra fredda – l’Unione Sovietica di Stalin, destinata a diventare molto presto una super potenza sportiva (e in Finlandia lo si può già intuire…), aiutata anche dal doping di Stato che purtroppo avrebbe caratterizzato i paesi del blocco comunista (Germania EST in primis) sino ai Giochi di Barcellona ’92…Si registrano altresì i debutti di Israele (lo Stato ebraico non aveva partecipato ai Giochi del 1948 a causa della guerra arabo-israeliana; una prima squadra palestinese aveva boicottato i Giochi del 1936 per protestare contro il regime nazista) e della neocostituita (a seguito di una lunga ed estenuante guerra civile fra comunisti e nazionalisti) Repubblica Popolare di Cina: in precedenza, dal 1932 al 1948, la Cina aveva preso parte ai Giochi come delegazione della Repubblica di Cina (l’attuale Taiwan, per intenderci).

Emil Zatopek (Cec) realizza un’impresa ai limiti della realtà, conquistando 5.000 m., 10.000 m. e Maratona, per un tris che non verrà mai più eguagliato. Sempre in Atletica si registra il successo di William Harrison Dillard (USA) nei 110 hs: 4 anni prima aveva trionfato nei 100 metri piani, per una “doppietta”, seppur in edizioni differenti, che non riuscirà mai più a nessuno. Fra i grandi protagonisti si segnala il ginnasta sovietico V. Cukarin, 4 Titoli, per un record che in tale disciplina, in ambito maschile, verrà in seguito eguagliato dai connazionali B. Sachlin (1960), N. Andrianov (1976), V. Artemov (1988) e dal nipponico A. Nakayama (1968), per poi essere infranto nel 1992 da V. Scherbo (CSI), che arriverà addirittura a 6 vittorie. L’Italia conquista 8 Ori, di cui uno con Irene Camber nella Scherma (disciplina che ci vede esultare anche 2 volte con E. Mangiarotti fra Spada ind. e a squadre): una donna italiana non vinceva un Titolo olimpico dal 1936. E’ meritevole di citazione anche l’Oro di P. Dordoni nella massacrante 50 km di Marcia. Il medagliere vede trionfare i soliti USA con 40 Ori, seguiti dall’URSS (22) – non male per essere all’esordio – e dall’Ungheria (16, record). Ottima 5^ l’Italia, alle spalle della Svezia (12) e davanti alla sorpresa Cecoslovacchia (7, record che verrà eguagliato nel 1968).

MELBOURNE 1956

I Giochi approdano finalmente in Oceania, esattamente nella patria di una delle corazzate dello sport mondiale (eccellendo soprattutto nel Nuoto e nell’Atletica), l’Australia. Per protesta verso il CIO inerente alla partecipazione di Taiwan (che rappresenta il Governo sconfitto nella recente guerra civile), la giovane Repubblica Popolare di Cina rifiuta di partecipare ai Giochi: sarebbe ricomparsa sulla scena olimpica solamente nel 1984. Dopo due edizioni di forzata assenza (per punizione dovuta alla Seconda Guerra Mondiale), ritorna la Germania, che gareggia unita: essendo in piena guerra fredda tale aggregazione va considerata un miracolo sportivo. Fra le protagoniste segnaliamo la ginnasta ungherese Agnes Keleti, che alla proibitiva età di 35 anni vince ben 4 Ori, come l’altro prodigio al femminile, la sovietica Larisa Latynina, che a Tokyo 1964 chiuderà la splendida parabola agonistica con ben 9 Ori olimpici, un record al femminile che dura ancora oggi. In Atletica Leggera lo statunitense Bob Richards conquista l’Oro nel Salto con Asta, diventando il primo e ultimo astista a concedere il bis (aveva già vinto ad Helsinki). Sempre nell’Atletica realizza una piccola grande impresa lo statunitense Robert Morrow, primo dal Dopoguerra a centrare l’accoppiata 100 m e 200 m: dopo di lui vi riusciranno soltanto Valery Borzov (1972, unico europeo a riuscirci), Carl Lewis (1984) ed Usain Bolt (ben tre volte, 2008, 2012, 2016). L’Italia si fregia di 8 Ori, di cui 6 equamente divisi fra Ciclismo (memorabile la vittoria di Ercole Baldini nella Prova in linea su strada) e Scherma (doppietta fra Spada individuale e a squadre di C. Pavesi), sport che ci vedono confermarci in vetta per l’ennesima volta. Il medagliere vede prevalere per la prima volta la nuova super potenza dell’Urss con 37 Titoli, distanziando di 5 lunghezze gli USA; 3^ piazza per l’Australia con 13; 5^ Italia, costantemente in prima linea; comincia a declinare la Svezia, 6^ (gli sport preferiti dalla nazione scandinava erano, ed in parte lo sono tuttora, Lotta, Atletica, Equitazione, Tiro, Canoa e Vela).

ROMA 1960

L’Italia ospita per la prima volta i Giochi Olimpici, un evento che ormai è sempre più universale e moderno, e non a caso quelli di Roma sono i primi ad essere trasmessi in mondovisione (e qui incidono parecchio i miglioramenti della tecnologia televisiva). Gli azzurri si fanno onore (e che onore!) vincendo 13 gare, ben 5 nel Ciclismo (2 con S. Gaiardoni) – un record per una singola disciplina, almeno per il Dopoguerra – e 3 nel Pugilato (1 con N. Benvenuti, che presto sarebbe entrato nella leggenda dello sport nostrano). Si registra anche il trionfo nella Pallanuoto, che dà vita ad un torneo esemplare (precedendo due colossi come URSS ed Ungheria), trascinata dal superman della piscina Eraldo Pizzo. Edoardo Mangiarotti conquista nella Scherma il sesto Oro in carriera (la maggior parte dei quali conseguiti nelle prove a squadre), eguagliando il record italiano di un certo Nedo Nadi. Sempre nella Scherma si registra il doppio Oro fra Spada individuale e a squadre di G. Delfino. Ma la vittoria più bella, storica ed epica al tempo stesso, viene ottenuta nell’Atletica da Livio Berruti, che diventa il primo europeo ed il primo nè statunitense nè canadese a fregiarsi dell’Oro nei 200 metri piani, nell’edizione in cui si registra anche il primo storico successo africano nella disciplina, grazie ad A. Bikila nella Maratona: nel giro di pochi anni il continente nero avrebbe conquistato il pianeta dell’Atletica (soprattutto Kenya ed Etiopia), ed in molte gare (mezzofondo e fondo in primis) i loro esponenti sarebbero diventati pressoché imbattibili. L’ungherese Aladár Gerevich conquista nella Scherma la sua settima medaglia d’oro (la prima l’aveva vinta alle Olimpiadi di Los Angeles del 1932), salendo sul gradino più alto del podio in 6 Olimpiadi, un record ancora oggi imbattuto. Lo svedese G. Fredriksson giunge a quota 6 Ori in carriera (distribuiti in 4 edizioni), un record che nella Canoa uomini non verrà più eguagliato. La Germania Unita interrompe la sequela di Ori consecutivi USA nella staffetta 4×100 di Atletica e nel prestigioso “8 con” di Canottaggio che duravano dal 1920. L’Unione Sovietica rivince il medagliere con 43 Ori, precedendo USA (34) ed una splendida Italia, che a sua volta mette il muso davanti alla Germania Unita ed all’Australia.

di Alberto Sigona. 

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