Stop Green pass e restrizioni, ma sale l’allerta per l’aumento dei contagi. È in arrivo la VIª ondata Covid?

Il 31 marzo è la data del termine dello stato d’emergenza Covid19. Quindi, tra pochi giorni, dovrebbe esserci una graduale eliminazione del green pass: verrà stabilito un cronoprogramma e dal primo aprile inizierenno gli allentamenti delle restrizioni. Per iniziare, il green pass rafforzato non dovrebbe più essere necessario, in bar, ristoranti e altri locali all’aperto, nonchè sui mezzi pubblici, per arrivare a giugno in uno scenario senza quasi alcuna restrizione.

Infatti dal 1° maggio ci sarebbe, poi, lo stop a qualunque tipo di green pass anche per l’accesso ai luoghi al chiuso, dai ristoranti ai cinema, mentre per smettere di indossare la mascherina sui mezzi bisognerà attendere giugno. Tra le altre ipotesi, quella di trasformare il super green pass per gli over 50 in una certificazione verde base, ma il green pass sul lavoro potrebbe essere comunque esteso fino al 15 giugno, data in cui decade l’obbligo vaccinale per gli over 50. Per gli impianti sportivi, la capienza dovrebbe tornare al 100%, così come per le discoteche all’aperto.

Ma intanto, nonostante questa prospettiva assai positiva sull’andamento della panemia, il Covid torna ad alzare la testa. Oltre 85mila casi, 180 vittime. Tasso di positività al 14,5%.

Ma la stampa non ne parla più, tutte le attenzioni di tv e girnali sono rivolte al conflitto tra la Russia e l’Ucraina. Per l’informazione nostrana il Covid è scomparso dalla scena. Però, a pochi giorni dalla fine dello stato di emergenza in Italia, con l’eliminazione progressiva del Green pass e la caduta delle ultime misure anti contagio, la situazione epidemiologica non è certo delle migliori.

Dopo due anni di sacrifici, lockdown, certificazioni verdi, campagne vaccinali e obblighi, gli esecutivi di tutti i Paesi europei, compresa l’Italia, hanno stabilito un graduale allentamento delle misure anti Covid. Ma gli esperti avvertono che siamo lontani da una situazione di sicurezza, e potremmo ripiombare velocemente in una nuova ondata: la sesta!

Con la diffusione del ceppo BA.2, o variante Omicron 2, e la nuova Omicron 3, la caduta dielle restrizioni ha già fatto aumentare rapidamente il numero di contagi. È successo in Germania e nei Paesi Bassi, ad esempio.

D’altro la guerra che si sta combattendo alle porte dell’Unione Europea rischia di avere ripercussioni catastrofiche su tutti noi.

Insomma, le chiusure e le restrizioni anti-Covid a livello nazionale non sono più all’ordine del giorno dei governi UE. A preoccupare i cittadini del Vecchio Contnente c’è adesso il caro prezzi che sta mettendo in difficoltà le famiglie, e non c’è tempo per preoccuparsi della pandemia. Che però ancora resiste. E potrebbe tornare con una sesta ondata fuori controllo.

Karl Lauterbach, epidemiologo uscito dalla prestigiosa università di Harvard e ministro della Salute tedesco, ha lanciato per primo l’avvertimento sui rischi della caduta delle limitazioni. E ha proposto un sistema non diverso dalle prime zone rosse dell’inizio del periodo nero del Covid. “Abbiamo davanti una situazione davvero terrificante”, ha dichiarato in diretta tv.

In Italia, dove a differenza del resto d’Europa sono rimaste in vigore misure più rigide e più durature, la scorsa settimana c’erano 120 mila bambini e ragazzi in età scolare in quarantena, e diversi istituti sono stati chiusi su ordinanza dei sindaci.

Nel nostro Paese sono già state identificate sia la variante Omicron 2 che la Omicron 3, e nonostante il ritorno in zona bianca di gran parte delle regioni, in molti territorio la corsa del virus non si arresta. Il Governo comunque è stato previdente, optando per una roadmap graduale.

Lo ha spiegato anche il Prof. Fabrizio Pregliasco, se i dati delle terapie intensive e della mortalità dovessero risalire, “andranno fatti ragionamenti diversi”, posticipando alcune riaperture!

C’è poi chi la pensa in maniera diversa come il Prof. Andrea Crisanti che invece palesa il suo scetticismo rispetto alla richiesta di alcuni colleghi di prorogare le limitazioni. Oggi, per Crisanti, ha poco senso chiudere, anche se è necessario continuare a proteggere i fragili a fronte di un’alta circolazione del virus e della progressiva perdita d’efficacia dei vaccini fatti molti mesi fa.

La Prof. Maria Rita Gismondo ha spiegato che a fronte del generale aumento dei contagi bisognerà continuare a monitorare l’andamento dei ricoveri in terapia intensiva, per ora sotto controllo. Dello stesso parere anche il Prof. Matteo Bassetti, che ha ricordato che oggi il coronavirus sta “alzando la testa”, ma dobbiamo “vedere i numeri della malattia grave”.

Insomma, nonostante il parere contrario alle riaperture di molti medici, in Italia come nel resto del mondo, una parte del mondo scientifico non è contrario alla caduta delle limitazioni anti Covid. Ma lancia comunque un invito alla prudenza a tutti i cittadini, per evitare l’aumento di casi, e a tenere gli occhi aperti alle istituzioni.

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1 Response

  1. Rick ha detto:

    Bisogna mantenere le misure contro il covid al chiuso, tra le quali l’obbligo di mascherine. Altrimenti “corriamo il rischio di un’ondata importante tra giugno e luglio”. Walter Ricciardi, consulente del ministero alla Salute, sottolinea in un’intervista a laRepubblica che “le misure restrittive possono essere ridotte, ma in modo graduale”, visto l’aumento recenti di casi. Il professore chiede anche che l’Italia faccia come il Regno Unito, “che ha iniziato a somministrare la quarta dose agli over 75”.

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