Stop alla politica delle poltrone!

Se c’è un’azienda che non va mai in crisi in Italia è quella della politica che conta oltre 1 milione di “addetti ai lavori” e un giro d’affari di circa 23,9 miliardi di euro. La politica è il settore dell’economia italiana che dà lavoro a più persone, il 4,9% del totale degli occupati nel nostro Paese, e che genera maggiore ricchezza, per se stessa naturalmente, non certo per il Paese. Ma sarebbe ingiusto fare di tutta l’erba un fascio, in quanto come accade in tutte le categorie del genere umano c’è il buono e il cattivo, l’onesto e il disonesto, il capace e l’incapace, bisogna solo saper distinguere, nella fattispecie, chi “vive di politica” e chi “vive per la politica”. Chi “vive per la politica” dedica tutta la propria esistenza al perseguimento del bene comune. Per contro, chi “vive di politica” ne fa il suo mestiere e cerca di trarne una fonte durevole di guadagno. Ai cittadini il compito, non facile, di saper distinguere e scegliere, nel segreto dell’urna, gli uni dagli altri!
Ma torniamo ai numeri della politica, anche se quelli che saltano fuori da uno studio della Uil sono davvero raccapriccianti. Secondo una ricerca effettuata dalla Confederazione di Via Lucullo, coloro che vivono direttamente o indirettamente, di politica sono più di un milione: 1.128.722! Un esercito composto da quasi 144 mila tra Parlamentari, Ministri, Amministratori Locali, di cui: 1.067 Parlamentari nazionali ed europei, Ministri e Sottosegretari; 1.356 Presidenti, Assessori e Consiglieri regionali; 3.853Presidenti, Assessori e Consiglieri provinciali; 137.660 Sindaci, Assessori e Consiglieri comunali. E poi c’è il sottobosco, ovvero la pletora di consulenti, professionisti, addetti stampa, portaborse, ecc, ecc: i Cda delle aziende pubbliche ammontano a 24.432 persone; si sale a 44.165 per i Collegi dei revisori e i Collegi sindacali delle aziende pubbliche; 38.120 sono quelli che lavorano a “supporto politico” nelle varie assemblee elettive. Ma i numeri più forti, secondo le stime del Servizio Politiche Territoriali della Uil, sono riscontrabili nelle due ultime voci: 390.120 di “Apparato politico” e 487.949 per “Incarichi e consulenze di aziende pubbliche”.
A questo punto un taglio alla spesa pubblica dovrebbe essere l’obiettivo principale del governo Letta. E se alcuni costi sono “incomprimibili” perché consentono alla macchina politico-amministrativa di funzionare, tanti altri potrebbero essere tagliati. 1milione di italiani che “lavorano in politica” è un numero impressionante se considerato che tanti di questi fanno parte di quell’apparato “invisibile” fatto di collaboratori e fedelissimi, che siedono nelle segreterie dei partiti, o in quei ruoli “secondari” che comunque consentono di controllare il territorio, assicurando voti e preferenze, alimentando interessi e potere, con un impatto complessivo sui conti pubblici di circa 23,9 miliardi di euro, considerati i costi diretti e indiretti.
A fronte di certi numeri appare più chiaro perché in Italia non cambierà mai nulla:sono troppe le persone coinvolte negli sprechi e negli sperperi della politica, sono troppi i soldi che girano, e dunque, in tanti hanno interesse che nulla cambi, meglio mantenere le acque torbide in cui sguazzare.Insomma, quello della politica resta un mondo a sé stante, lontano dalle tribolazioni della povera gente, una casta refrattaria all’austerità imposta agli altri, dove gli eletti percepiscono le retribuzioni più alte d’Europa e i dipendenti più vicini al potere godono di stipendi ineguagliabili. Aspettando che la montagna delle larghe intese partorisca il topolino, sottoscriviamo la petizione lanciata in questi giorni da “freeskipper” e rivolta a moralizzare gli stipendi dei pubblici dipendenti per rendere maggiormente efficiente la macchina statale.

You may also like...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *