Silvio Berlusconi, nel bene e nel male, ha comunque segnato un’era.

di Alberto Sigona. Personaggio fra i più importanti e contraddittori degli ultimi decenni, da molti è stato venerato come un dio, da tanti altri è stato equiparato al male assoluto. Di certo per molti anni serberemo il ricordo di colui che possiamo considerare un gigante della sua epoca.

Silvio Berlusconi ha segnato un’era.

È stato il personaggio italiano più importante, popolare, influente e discusso dal dopoguerra ad oggi, colui che con le sue virtù ed i suoi vizi ha incarnato in maniera assoluta l’Italia degli ultimi quarant’anni.

Protagonista controverso della sua epoca, amato o odiato, o entrambe le cose contemporaneamente, capace di unire e dividere lo Stivale come nessuno, ha sempre vissuto sulla cresta dell’onda da vero leader.

Salì alla ribalta, iniziando una vera epopea, sin da giovanissimo, avventurandosi con enorme successo nell’ambito dell’edilizia, per poi proseguire col vento in poppa nell’editoria, nel cinema e nella tv, con la fondazione di Mediaset, che cambierà molto presto l’assetto televisivo dell’etere nostrano.

Imprenditore lungimirante, visionario e fortunato come pochi altri, sarebbe riuscito a sfondare persino nello sport, con l’acquisizione del Milan, società che negli anni Ottanta prese sull’orlo del fallimento (reduce da 2 campionati in Serie B) per issarla in brevissimo tempo in cima all’Europa ed al Mondo, facendola diventare nel volgere di un ventennio la più vincente di sempre, seconda al solo Real Madrid.
Nel 1994 arriverà, fra lo scetticismo generale, il suo ingresso in politica, fondando il partito di Destra chiamato Forza Italia (denominazione che tradiva la sua passione calcistica), segnando così la svolta professionale della sua vita. Servendosi appieno delle sue notevoli doti di comunicatore e trascinatore di folle, fra luci (poche) ed ombre (tante) marchierà a fuoco la scena politica per quasi 30 anni, occupando sempre un ruolo primario in Parlamento, fra l’altro divenendo 3 volte Presidente del Consiglio.

Durante la sua vita è stato infinite volte indagato, accusato, processato per ogni misfatto, dal più risibile al più infamante (fu accostato persino ad alcune stragi di mafia), ma quasi sempre, in un modo o nell’altro, ne sarebbe uscito indenne: archiviato, prescritto o assolto.

Una sola condanna per frode fiscale, arrivata al calar del sole, che gli sarebbe costata la decadenza da senatore (rischiando persino il carcere), per poi essere riabilitato (legalmente ma non moralmente) pochi anni prima della morte.

Uomo rigorosamente sui generis, nel bene e nel male, nel corso della sua maestosa esistenza sarebbe diventato un fenomeno popolare, entrando nell’immaginario collettivo e nella cultura di massa.

 

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4 Responses

  1. Alex ha detto:

    Contro di lui un accanimento giudiziario senza precedenti nella storia repubblicana

  2. massimo ha detto:

    Grande imprenditore. Grande uomo di spettacolo. Pessimo statista.

  3. Che ha detto:

    Tomaso Montanari ha fatto sapere che all’Università per stranieri di Siena non ci sarà alcuna bandiera a mezz’asta per la morte di Silvio Berlusconi. Una scelta particolarmente controversa, quella del rettore, che l’ha spiegata alla sua comunità tramite una e-mail: “Mi assumo la responsabilità di una scelta, evidentemente controcorrente. Nessun odio, ma nessuna santificazione ipocrita. Ricordare chi è stato è oggi un dovere civile”.

  4. carlo c. ha detto:

    Il modo in cui si commemora un uomo pubblico è inevitabilmente lo specchio del paese piuttosto che della persona che è mancata. Nel caso di Berlusconi convivono l’inutile rancore e la negazione ostinata del riconoscimento di ogni qualità e la beatificazione parolaia, anche ad opera degli avversari di ieri, fatta spesso solo per opportunismo politico. Nel mezzo la verità, la misura e il decoro. Riposi in pace.

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