Salari e Pensioni troppo bassi. Il 18 giugno la Cgil scende in piazza.

Pace, giustizia sociale, democrazia, ma soprattutto il “LAVORO”! Queste le parole d’ordine della manifestazione nazionale indetta dalla Cgil per sabato 18 giugno, alle ore 10:00, in Piazza del Popolo a Roma.

IL LAVORO, PRIMA DI TUTTO.

Bisogna investire per combattere ora vecchie e nuove povertà, per una società sostenibile improntata alla giustizia sociale, al lavoro stabile e dignitoso. Occorre ridurre i divari e le diseguaglianze sociali e territoriali che la crisi ha acuito. Per questo, l’Europa non deve tornare alla politica di austerity, ma rendere strutturale il modello di Next Generation EU, assunto per affrontare gli effetti della pandemia, per una politica economica espansiva che investa nello Stato sociale e in un nuovo modello di sviluppo.

Bisogna rimettere al centro il lavoro, fare della giustizia sociale il parametro delle scelte politiche e di investimento e utilizzare le risorse europee e nazionali per affrontare la transizione digitale e ambientale senza lasciare indietro nessuno, garantendo il diritto alla salute, alla conoscenza, all’invecchiamento attivo.

Cambiare il presente, guardando al futuro oggi vuol dire aiutare chi ha redditi più bassi e chi è più in difficoltà – lavoratori, pensionati, precari, Partite IVA, disoccupati. La perdita del potere d’acquisto di salari e pensioni, per la crescita dell’inflazione necessita di una risposta immediata.
Il bonus di 200 euro una tantum previsto dal Governo è una prima risposta alle richieste sindacali, ma bisogna fare di più aumentando il netto della busta paga e delle pensioni.

Le ragioni della manifestazione:

  • Per la Pace. Vogliamo il cessate il fuoco immediato; l’apertura di un negoziato, nel quale l’Europa deve svolgere una vera azione diplomatica.
  • Per il Lavoro. Vogliamo mettere fine alla precarietà dilagante, al finto lavoro autonomo, al lavoro povero e sommerso; investimenti in buona occupazione stabile; il rinnovo dei contratti collettivi nazionali e l’aumento dei salari; la legge per la rappresentanza e la validità dei contratti nazionali per tutte e tutti; un piano straordinario di assunzioni (donne, giovani e Mezzogiorno); un investimento per la salute e la sicurezza; il diritto alla formazione permanente.
  • Per la giustizia sociale e la democrazia. Vogliamo: sostegni strutturali per i redditi più bassi (200 euro di bonus non bastano); l’aumento del netto in busta paga e la diminuzione del carico fiscale per lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati; l’aumento del valore e della platea della quattordicesima per pensionate e pensionati; un contributo di solidarietà straordinario sulle grandi ricchezze; servizi pubblici efficienti e a disposizione del cittadino; un aumento dei finanziamenti per sanità, scuola, università e ricerca pubbliche; una legge sulla non autosufficienza; l’istituzione della pensione di garanzia per precari, lavoratori discontinui e il superamento della legge Fornero.

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3 Responses

  1. Kappa ha detto:

    LA CGIL ha una linea decisamente debole.

  2. Katia ha detto:

    Vedi Duccio, che poi sei sempre il “mitomane” seriale, sei proprio duro di comprendonio!
    Ma se c’è il post su MALAGROTTA, perchè commenti sul post di “Salari e Pensioni”???
    Sei proprio S C O N N E S S O !
    Ma tvb!

  3. Duccio ha detto:

    Quando si è sollevata quella nube nera nella Capitale, molti romani hanno subito compreso che si trattava di un incendio. Un incendio però di proporzioni così grosse che difficilmente poteva considerarsi doloso. Alla procura di Roma, soprannominata “porto delle nebbie” non a caso, sono già partiti con l’ipotesi che l’incendio dell’impianto di Malagrotta sia doloso nonostante le prime evidenze puntino al contrario. A proposito, l’impianto di Malagrotta è gestito da 4 anni dal tribunale di Roma che lo ha posto sotto sequestro. Per sapere la verità sull’incendio di Malagrotta la magistratura romana dovrebbe aprire una indagine su sè stessa. C’è un “leggero” conflitto di interessi ma ovviamente il CSM non interviene perché il suo ruolo è quello di consentire queste situazioni, non di impedirle. La riforma della magistratura sarà uno degli elementi chiave per ricostruire il Paese. La magistratura di oggi è composta da togati in mano a correnti politiche e logge massoniche. La magistratura di domani dovrà essere composta da uomini al servizio dello Stato.

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