Rosa shoking!

“Il Pd rispetta il voto del Parlamento sulla parità di genere. Ma rispetta anche l’impegno sancito dalla direzione su proposta del segretario: nelle liste democratiche l’alternanza sarà assicurata. Ho sempre mantenuto la parità di genere. Non intendo smettere adesso. Ho mantenuto la parità di genere da presidente della Provincia, da Sindaco, da Segretario, da Presidente del consiglio dei ministri. Non intendo smettere adesso”. Così twitta il premier e segretario Pd Matteo Renzi il giorno dopo la bocciatura in parlamento dell’emendamento sulle “quote rosa” che ha di fatto bloccato l’iter d’approvazione della nuova legge elettorale.
Ieri mat­tina l’aula di Mon­te­ci­to­rio era pun­teg­giata dal bianco delle donne in camicetta bianca che chie­devano un rie­qui­li­brio di genere nella legge elet­to­rale. Ma la Camera ha bocciato a scrutinio segreto l’emendamento bipartisan alla legge elettorale che prevede l’alternanza dei sessi nei posti in lista. I voti contrari all’emendamento sono stati 335, e i favorevoli 227. Lo scrutinio segreto era stato richiesto da 39 parlamentari di Fi, Fdi, Ncd e Udc.
La bocciatura è ancora più sin­go­lare, se riportata ad un governo for­mato dall’assoluta parità nume­rica tra maschi e fem­mine. Ma il fatto più grave è la spaccatura in seno al Pd. Un nutrito gruppo di par­la­men­tari dem, infatti, si è nasco­sto dietro il voto segreto non solo per boc­ciare la norma 50 e 50% (tra donne e uomini), ma anche per sbar­rare la strada all’emendamento meno destabilizzantete, che sta­bi­liva un minimo del 40% di pre­senza sia per le donne che per gli uomini. È vero che alla boc­cia­tura hanno con­tri­buito anche i par­la­men­tari di Forza Ita­lia, ma è certo che se il Pd avesse votato com­pat­to avrebbe vinto.
Insomma, se il Pd fosse un partito unito oggi avremmo una nuova legge elettorale, le quote rosa e Romano Prodi al Quirinale!

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