Renzi non ha nulla a che vedere con i sentimenti dell’elettorato di sinistra, gli manca il cuore.

di Gerardo Lisco. Mai come in questo particolare contesto, l’arroganza, la battuta facile, il tweet, l’hashtag, nascondono i limiti della politica opportunista condotta da Renzi. La proposta politica di Renzi non esiste. Siamo in presenza del nulla più totale. Perfino dargli dell’ignorante, come fanno in molti, uno degli ultimi ad averlo fatto è stato Cacciari, è superfluo. Infatti ignorante è colui che ignora. Renzi non fa neanche questo sforzo. La politica di Renzi è solo opportunismo. La sua adesione alla cultura politica liberale tecnocratica non scaturisce dalla conoscenza ma solo da opportunismo. Ha scelto di stare da quella parte della barricata perché è utile alla sua ambizione personale.
Rifiuta il confronto con l’opposizione interna al PD (per capirci Cuperlo, Speranza, Gotor, ecc.) perchè non è, appunto, opportuno. Teme che un confronto serio sui temi che travagliano la Società italiana possa indurlo a fare scelte di Governo in contrasto con il pensiero unico dominante. Renzi rappresenta il vuoto del conformismo. Al di là delle menate propagandistiche, la parabola politica di Renzi è in declino. Gli ultimi sondaggi sul gradimento lo danno al 30%. I sintomi del declino sono evidenti dal nervosismo che circola nel suo entourage. In una recente intervista il Presidente, non del PD ma del PdR, Orfini ha dichiarato che il governo deve prestare maggiore attenzione al sociale, giusto!, il problema è che Renzi non lo ritiene opportuno. Il nervosismo è tale che il suo entourage e i media di regime sostengono che il pericolo è la vittoria di Salvini e di Grillo; stanno costruendo nell’opinione pubblica un clima di tensione e di shock, spaventandola e facendo passare l’idea che Renzi sia il male minore. Più nessuno si permette di sostenere che sia la soluzione. Stanno preparando il terreno perché la scelta politica possa essere tra due destre: una destra Liberaltecnocratica rappresentata da Renzi e una destra Nazionalpopulista rappresentata da Salvini/Grillo. Ha ragione Cuperlo quando dice che le elezioni si vincono a sinistra, cioè conquistando quei pezzi di società che non si riconoscono in nessuna delle due destre e che potrebbero scegliere di votare per il male minore, non Renzi, ma il M5S con un candidato che non abbia la faccia di Grillo. Con la riforma del sistema elettorale che Renzi ha imposto, con la riforma Costituzionale e soprattutto per come ha in mente di rivedere il Titolo V della Costituzione, quando si voterà, e sono sempre più convinto che sarà nel 2018, ci saranno margini per quell’elettorato che, fino ad ora ha scelto di astenersi, di potersi esprimere facendolo contro Renzi. Per inciso, nel 2018 il PD potrebbe non esserci più. Al di là delle scemenze propagandistiche: le Feste de l’Unità, la ripubblicazione de l’Unità, i tentativi di voler piacere ad ogni costo al popolo di Sinistra, Renzi non ha nulla a che vedere con i sentimenti dell’elettorato di sinistra, gli manca il cuore. A tutto questo si aggiungono i fallimenti delle controriforme reazionarie prodotte dal suo Governo. Mi riferisco al Jobs Act, alla c.d. Buona Scuola, alla riforma fiscale, alla riforma della Pubblica Amministrazione, al divario crescente tra Nord e Sud, al dover mettere in campo una manovra fatta di tagli alla Sanità e non solo. Davvero si può pensare che gli insegnanti che non hanno fatto la domanda per essere immessi in ruolo siano tutti dei lavativi e dei buoni a nulla? Perché tanto rumore, in fin dei conti sono solo una striminzita minoranza rispetto agli oltre 71000 che hanno presentato la domanda. O forse devo pensare che quel numero così piccolo, solo 9000, sia la punta dell’iceberg di un malessere più profondo, e che magari coloro che non hanno prodotto domanda sono in realtà il 50% degli aventi titolo? Davvero si può spacciare per buona la sciocchezza del Ministro Poletti che sostiene che il fatto che l’occupazione non cresca sia il sintomo di una Italia in ripresa? O si può continuare a nascondere il dato della disoccupazione, pari al 12,7%, dietro la conversione dei contratti a tutela crescente, che sono solo un modo diverso di essere precari? Peggio ancora, si può spacciare il dato dei vaucher lavoro come un grande risultato dimenticando che sono l’emblema della precarizzazione e dello sfruttamento del lavoro? Le controriforme opportuniste di Renzi hanno il fiato corto. Da qui al 2018 avranno prodotto integralmente i loro effetti deleteri e allora sì che anche il M5S, con il doppio turno, potrebbe diventare una scelta credibile anche per il popolo di Sinistra.

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