Renzi: l’impiegato pubblico deve tornare a sentire l’orgoglio del Tricolore!

Annunci su annunci. Spot su Spot. E tutto per quel maledetto “Sì” del 4 dicembre. Matteo Renzi, intervenendo all’assemblea dell’Anci a Bari, lancia lo zuccherino agli Statali con una valanga di buoni propositi e promette una maxi campagna di assunzioni nel presentare la legge di bilancio, cercando in qualche modo di risollevare il morale dei dipendenti pubblici,
anche se questi più che di chiacchiere avrebbero bisogno di un sostanziale adeguamento dello stipendio al costo della vita e ai salari europei: “Sul turnover ci sarà un segnale. Possiamo immaginare di avere almeno per le forze dell’ordine, gli infermieri e, forse, anche per i dottori, 10 mila nuove unità per le quali bandire subito i posti, ci sono dei palazzi romani in cui il turnover va bene al 25%” ma lo stesso non vale per le forze dell’ordine e per gli infermieri. Bisogna rottamare la filosofia ‘checcozaloniana’ dell’impiegato pubblico che per primo deve tornare a sentire l’orgoglio del Tricolore, poi è anche chiaro che bisogna sbloccare i contratti perché se no la consapevolezza te la sbattono sui denti. Dobbiamo far tornare ad essere un valore l’idea di servire lo Stato, la comunità, il territorio. L’impiegato pubblico non può avere più l’accezione che ha avuto negli ultimi 20 anni, deve essere qualcosa per cui uno sente l’onore“. E adesso, dopo lo sprone del tutto condivisibile del premier alla ‘categoria’, dopo l’onore di servire lo Stato, l’onere di un contratto ‘dignitoso’. Gli Statali si aspettano non i soliti fichi secchi, ma un qualcosa di più sostanzioso in busta paga, affinchè le ‘nozze renziane’ con la Pa non si perdano nel fumo della campagna elettorale.

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