Quel 25 dicembre Natale di Gesù…

di Clemente Sparaco. E’ possibile stabilire in quale giorno è nato Gesù?

La delegittimazione del Natale passa attraverso la contestazione e la messa al bando dei suoi simboli, il presepe, l’albero, l’orario della celebrazione, ma è fondata su una lettura demitizzante del racconto evangelico che mira a destoricizzarlo, disincarnarlo, con la conseguenza di vanificarlo.
I racconti della natività di Gesù (i vangeli dell’infanzia di Matteo e Luca) avrebbero, quindi, un contenuto meramente simbolico, essendo assimilati a miti, leggende, dietro cui si rintraccerebbero al più la fede, i bisogni, gli ideali e le “situazioni vitali” della prima comunità credente. E anche i particolari di tempo e luogo non sarebbero storici, ma redazionali, ossia creati ad arte da redattori successivi.
Ma tali affermazioni sono totalmente contrarie alla fede cristiana, nella misura in cui questa non è nata come messaggio morale, ma come annuncio di un evento, la resurrezione. I racconti evangelici sono imperniati non intorno a ció che gli apostoli hanno creduto o immaginato di Gesú, quanto piuttosto intorno a ciò che hanno visto, ascoltato, toccato con mano i suoi testimoni.
Quanto ai racconti della natività, sebbene essi non siano cronaca di avvenimenti, ma prefigurazione profetica del Cristo risorto nello stile del midrash ebraico, la cornice storica in cui sono inquadrati è ben determinata. Prova ne sia che fanno riferimento a personalità della storia ufficiale, come il Battista ed Erode, e a fatti, luoghi e tempi circostanziati: il Regno di Erode, il censimento voluto da Augusto, la Stella dei Magi.
Nel contesto di una lettura demitizzante si pone anche la tesi secondo cui il 25 dicembre sarebbe stato adottato quale data di nascita di Gesù per soppiantare la festa pagana del Sole invitto (Sol Invictus), che si celebrava in quella data dacché l’imperatore Aureliano il 25 dicembre 274 aveva consacrato un tempio a quel culto.
Ma è proprio così?
Le testimonianze storiche.
La prima attestazione della Natività di Gesù alla data del 25 dicembre risale al 336. La si ritrova nel Chronographus di Furio Dionisio Filocalo, una raccolta di testi, che assomma un elenco di consoli, di prefetti di Roma, una cronaca degli imperatori di Roma fino a Licinio, nonché una lista di martiri e vescovi di Roma arrestantesi a Papa Silvestro I † 335.
Si può tuttavia retrodatare l’istituzione della festa liturgica del Natale in quella data, in quanto questa deve essere stata preceduta dalla fissazione della memoria tramandata del fatto e dalla nascita della devozione ad esso collegata. La memoria delle ricorrenze si tramandava, infatti, da credenti a credenti, ma non automaticamente e immediatamente si traduceva in culto liturgico.
Ma esiste una testimonianza molto più antica, quella  di Ippolito di Roma, che nel suo Commento a Daniele, databile al 204, scrive: “Riguardo alla prima Venuta del Salvatore nella carne, quando nacque in Betlemme, [occorre sapere che avvenne] otto giorni prima delle calende di Gennaio (25 dicembre), il quarto giorno della settimana (Giovedì)…” (Ippolito di Roma, Commentario a Daniele, 4.23.3).
Ci sono poi un’annotazione della Cronografia di Sesto Giulio Africano (221 d.C.) e un passo della Seconda Omelia sull’annunciazione alla Vergine Maria di Gregorio Taumaturgo (205-265 d.C.), che indicano il 25 marzo come data dell’annuncio a Maria da parte dell’angelo, che comproverebbero per via indiretta la data del 25 dicembre come data della Natività di Gesù, ponendone il concepimento esattamente 9 mesi prima.
Una preziosa annotazione di Luca…
Una traccia preziosa si trova però già nel Vangelo di Luca che, raccontando dell’annuncio dell’Arcangelo Gabriele a Zaccaria, (“Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, che chiamerai Giovanni” – Lc. 1,13), menziona alcuni particolari, che non possono essere assolutamente letti come simbolici o, tantomeno, teologici:
1. “…c’era un sacerdote chiamato Zaccaria, della classe di Abìa…” (Lc 1,5);
2. “Ora, avvenne che mentre egli prestava il suo servizio sacerdotale nel turno della sua classe davanti a Dio, secondo l’usanza del sacerdozio sacerdotale, gli toccò in sorte di bruciare l’incenso, entrando nel santuario del Signore…” (Lc 1,8-9).
Abbiamo qui il rimando a due fatti:
1. il primo, specifico e puntuale: l’appartenenza di Zaccaria alla classe di Abia;
2. il secondo, più generale relativo alle turnazioni sacerdotali nel Tempio di Gerusalemme, che, secondo le disposizioni di Davide (1Cr 24,1-7.19), implicavano 24 turni per le 24 classi sacerdotali dell’Israele antico (2 turni l’anno per ciascuna da sabato a sabato). Ed era questo, all’epoca di Luca, un fatto risaputo e, quindi, verificabile.
Il Libro dei Giubilei.
Proprio questi particolari, apparentemente secondari, si sono rivelati fondamentali dopo la scoperta, nelle grotte di Qumran (località del deserto giudaico) nel 1947, di alcuni manoscritti risalenti a prima della distruzione del Tempio di Gerusalemme (anno 70).
Tra questi spicca il Libro dei Giubilei, del II secolo a.C., in cui sono elencati i turni delle classi sacerdotali al Tempio di Gerusalemme. Da esso risulta che la classe di Abia (quella di Zaccaria) entrava nel Tempio nella settimana compresa tra il 23 e il 30 settembre, una delle due volte in cui era di turno.
La notizia indica una data esterna, non biblica, patristica e liturgica, che conferma il racconto di Luca, avvalorando le date della tradizione della Chiesa. Nota uno studioso italiano:
“Se Zaccaria è entrato nel Tempio il 23 settembre, giorno in cui secondo Luca ha ricevuto l’annuncio dell’Arcangelo Gabriele che avrebbe avuto un figlio, il cui nome sarebbe stato Giovanni, questo vuol dire che il Precursore del Signore potrebbe essere nato intorno al 24 giugno. Guarda caso gli stessi giorni in cui la Chiesa commemora nel calendario liturgico, già dal I secolo, sia il giorno dell’Annunciazione a Zaccaria che la nascita di Giovanni” (Michele Loconsole, Gesù nacque la notte del 25 dicembre. Lo dicono gli storici e l’archeologia, Zenit 25-12-2009).
Del resto, la festività dell’Annuncio dell’arcangelo Gabriele a Zaccaria è una festa presente nella Chiesa primitiva giudeo-cristiana fin dal I secolo e la sua memoria è fissata proprio al 23 settembre.
Se ne ricava che l’annunciazione a Maria nel mese sesto dopo la concezione di Elisabetta (Lc 1, 28) risulta come un’altra data storicamente accertabile. Pertanto, la datazione del 25 dicembre quale giorno di nascita di Gesù (15 mesi dopo l’annuncio dell’angelo a Zaccaria, 9 dopo l’annuncio a Maria e 6 dopo la nascita del Battista) si rivela compatibile con quanto emerso dal Libro dei Giubilei.
Si evidenzia, così, un nucleo di verità storica incomprimibile al fondo della fissazione liturgica della data del 25 dicembre quale memoria del Natale di Gesù.

You may also like...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *