La Sinistra ha davvero amato il Mezzogiorno interno e la Basilicata?

di Gerardo Lisco. Il saggio di Mauro Armando Tita dal titolo “Quando la Sinistra amava il Mezzogiorno interno e la Basilicata”, per l’edizione il Segno, è un excursus storico delle politiche economiche e sociali che hanno interessato il Mezzogiorno, in particolare la Basilicata regione d’appartenenza dell’autore.

Ognuno dei nove capitoli nei quali è articolato il saggio pone l’attenzione su una questione specifica: crisi demografica e conseguente spopolamento; Poli di sviluppo e politiche di industrializzazione; l’egemonia della Democrazia Cristiana e il ruolo delle sinistre PCI e PSI e del sindacato, le funzioni delle Comunità Montane e il tentativo originale di lotta politica rappresentato dai Comitati Popolari Unitari.

Il punto di osservazione dell’Autore è quello di funzionario regionale e di amministratore del Comune di Ruvo del Monte e della Comunità Montana del Vulture. Tita è fortemente critico rispetto alle politiche messe in campo in questi anni finalizzate al recupero delle aree interne.

In merito ai “Poli di sviluppo” scrive <<Le risultanze di una ventennale politica per l’industrializzazione del Mezzogiorno , la mancanza di una vera prospettiva, il sottosviluppo e la marginalizzazione delle zone interne affondano le proprie radici nel peculiare tipo di sviluppo economico non solo distorto e squilibrato ma, fondato su una base produttiva ristretta.>>

Continua <<Il “polo” industriale anziché elevare la società regionale verso un nuovo equilibrio interno, anzichè diversificare e arricchire le attività locali, i rapporti umani, la cultura regionale, provoca in tal modo una degradazione, cioè una distribuzione della cultura regionale, una sottoproletarizzazione della popolazione.>>   Alle politiche “centraliste”  Tita contrappone le esperienze locali sia esse sociali che istituzionali.

Per Tita <<Le Comunità Montane sono da considerare come il punto di riferimento fondamentale di tutta la politica regionale nelle zone interne e, non solo nell’agricoltura e foreste, quindi  organi della programmazione della spesa pubblica, dei piani di sviluppo di medio e lungo termine, del riassetto territoriale>>.

L’originale interpretazione dell’Autore e nella visione dialettica tra “centro” e “periferia” ed è questa originalità che rende attraente la lettura del lavoro di Armando Mauro Titta “sociologo di strada”.

A conclusione della lettura una domanda sorge spontanea: la “sinistra” ha davvero amato il Mezzogiorno interno e la Basilicata?

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