Pensioni: dalla Riforma Dini alla Fornero, un bagno di sangue!

In pensione sempre più tardi e con quattro soldi! Questo l’effetto delle politiche economiche dei governi che si sono fin qui succeduti e culminati con la scellerata “Riforma Fornero” che nell’intento di ripianare il debito pubblico ha affossato intere famiglie! Parlano bene “loro” dall’alto di situazioni che dire privilegiate è dire poco, fatto sta che le pensioni di chi attualmente campa di solo stipendio sono destinate drasticamente a ridursi alla luce delle nuove elaborazioni che tengono conto sia dei trend demografici, sia del conseguente aggiornamento dei parametri di calcolo, sia delle manovre sempre più restrittive adottate in materia previdenziale. Ad esempio, l’allungamento della speranza di vita riduce i coefficienti di trasformazione che, nel sistema di calcolo contributivo, si applicano sui versamenti effettuati negli anni di lavoro per ricavare il valore dell’assegno pensionistico. Secondo le nuove rilevazioni Inps, dal 1996, anno di entrata in vigore della “Riforma Dini”, questi coefficienti, calcolati con riferimento all’età di 65 anni, si sono ridotti dell’11,4%, passando dal valore del 6,136% al 5,435%. E il calo proseguirà nei decenni a venire, fino a scendere al 4,53% nel 2065 (-26,7% dal loro debutto). Un’ulteriore indicazione arriva dai nuovi calcoli del ministero dell’Economia sul “tasso di sostituzione”, cioè il rapporto con l’ultimo stipendio: da questi dati emerge che l’importo della pensione è in calo sensibile, solo parzialmente attenuato dal fatto che con la “Riforma Fornero” si lavorerà più a lungo e si verseranno più contributi. Un “lavoratore dipendente” del settore privato vedrà progressivamente ridotto il valore della propria pensione sino ad arrivare nel 2060 al 63,4% rispetto all’ultima retribuzione. Nel caso di un “lavoratore autonomo”, la riduzione del tasso di sostituzione risulta assai più consistente e potrà arrivare ad oltre il 50%!!! In ogni caso, pensioni più magre per tutti! E allora bisognerà augurarsi di lavorare fino a novant’anni per non rinunciare, con la pensione, ad una buona fetta del proprio reddito! Con buona pace della disoccupazione giovanile! Insomma, un bagno di sangue collettivo!!!

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