Non servono i migranti per salvare le nostre pensioni.
Sempre i dati dicono che l’immigrazione è attualmente un costo per lo Stato. Prediamo la spesa sanitaria, si tratta di circa 9,15 miliardi di euro, considerando una spesa pro capite di 1.830 euro per 5 milioni di cittadini stranieri. Ma anche l’istruzione, le prestazioni sociali in generale, i sussidi per le abitazioni, ecc, ecc. E tutti questi, sono soldi che non tornano indietro dalle tasse o dai contributi che gli stranieri versano all’Inps perché la gran parte dei lavori che gli immigrati svolgono sono in nero ed è lo stesso Stato a non essere in grado di portare ordine e giustizia nel merito. E’ lo stesso Stato italiano a non poter controllare i lavoratori sfruttati nei nostri campi in sud Italia o le tasse che dovrebbero pagare i negozi gestiti da stranieri o le famiglie che gli affidano le pulizie domestiche o i disabili. Insomma, da noi gli immigrati sono occupati prevalentemente nella manovalanza a basso costo, spesso sfruttati da qualche italiano furbo che li fa lavorare in nero, generando l’effetto di abbassare gli standard lavorativi e i salari per tutti quanti, anche per i lavoratori italiani. Ecco perché poi si dice che certi lavori gli italiani non li fanno più, perché ci sono gli immigrati sfruttati e sottopagati disposti a farli per un tozzo di pane!
Quindi, il problema previdenziale in Italia non lo risolvono certo le migliaia di sbarchi dall’Africa, ma politiche economiche e sociali serie, concrete e lungimiranti, quali separare la previdenza dall’assistenza sociale senza usare i contributi dei lavoratori italiani come un bancomat, abolire la legge Fornero per sbloccare il ricambio generazionale sul posto di lavoro, ridurre il costo del lavoro, il famigerato ‘cuneo fiscale’, per permettere ai nostri giovani di accedere al mercato del lavoro, insomma tagliare una buona volta per tutte la componente fiscale per far crescere il lavoro stabile e incentivare le assunzioni. E poi politiche mirate al welfare per tutelare la famiglia e incrementare le nascite, per non ritrovarci tra 20 anni in un Paese di babbioni e di milioni di immigrati! Ma ciò non viene messo in pratica, perchè al Capitale, alle Grandi Lobby che dettano le politiche mondiali, conviene deportare dall’Africa migliaia di ‘nuovi schiavi’ disposti a tutto e pronti ad essere sfruttati illimitatamente: loro sono la ‘forza lavoro’ ideale per le nuove pratiche dello sfruttamento globale! E, con un flusso migratorio programmato a tavolino, che vuole natalità zero e i nostri giovani e i nostri pensionati costretti ad espatriare e centinaia migliaia di migranti fatti sbarcare sulle nostre coste, vogliono a sostituire con questi ‘nuovi schiavi’ il vecchio popolo europeo, composto da individui ancora troppo avvezzi ai diritti sociali, alla dignità del lavoro, alla coscienza di classe, alle conquiste salariali.
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Il sindacato, come la politica, non rappresenta più i lavoratori ma soltanto se stesso e i propri interessi