Papà ti voglio bene, ma mi manchi tanto… auguri!!!

“Papà, ti voglio tanto bene… auguri!!! Ma mi manchi tanto!!!”. E’ la festa dei papà oggi, di tutti i papà anche quelli separati. Si separano, perdono il lavoro, devono trovarsi una nuova casa, pagano il vecchio mutuo e un nuovo affitto e spesso non possono vedere i figli. Sono loro i nuovi poveri! Qualcuno finisce male. La fotografia dei padri separati è impietosa: pochissime luci, molte ombre sinistre. «Su 650 posti letto nelle nostre strutture – racconta padre Clemente Meriggi, presidente della fondazione Fratelli di San Francesco che a Milano gestisce alcune strutture per il ricovero dei senzatetto – 80 sono occupati da padri italiani separati». Non per tutti i separati la fine dell’amore con la moglie o con la compagna significa solo la fine di una relazione. Ci sono padri che rischiano di perdere anche il loro ruolo di “papà” e non per scelta. Le donne, tutte, sono tutelate di fronte alla legge quando c’è una separazione non consensuale, il papà, anche quando fosse il migliore del mondo, rischia invece di essere messo da parte. Non solo, per molti dietro la separazione c’è il rischio del nuovo status di povertà. In Italia sono circa 2 milioni e 200.000 i padri separati. Il numero è evidentemente elevato, ma questo non è l’unico dato su cui riflettere. Non tutti ce la fanno a continuare a vivere una vita dignitosa dopo la separazione, soprattutto perché lo stipendio percepito non riesce più a coprire le spese legate al mantenimento dei figli, delle ex mogli e quelle di routine. Ultimamente, diversi padri separati hanno deciso di uscire allo scoperto, trovando il coraggio di ammettere le proprie difficoltà economiche, appellandosi alle Caritas e a varie associazioni per la tutela dei genitori separati. Ed ecco che, nel giro di poco tempo, mense gratuite e dormitori non sono più frequentati solamente dai senzatetto, ma anche da padri separati, in molti casi entrati nelle schiere dei cosiddetti nuovi poveri. Secondo l’Associazione avvocati matrimonialisti, 800mila padri separati vivono al di sotto della soglia di povertà, e 250mila con meno di 300 euro al mese. Parte dello stipendio deve andare in assegni di mantenimento ai figli e alla moglie! Ma non c’è solo la questione economica, ma anche quella affettiva! Circa centocinquantamila hanno perso ogni contatto con i propri figli, e altri 950mila possono vederli solo un pomeriggio a settimana, spesso perché non hanno un letto dove farli dormire. A volte perché loro stessi non hanno una casa. Per questo in diverse città italiane sono nate le case famiglia dedicate ai padri separati e ai loro figli. In Italia, c’è poco da dire, manca una legge, lo sottolinea il presidente dell’Ami, “nel nostro Paese ci sono 165 tribunali ed ognuno decide a proprio piacimento l’entità dell’assegno di mantenimento che il marito deve dare all’ex-moglie. È possibile un simile caos? Non sarebbe il caso di fissare dei criteri oggettivi e soprattutto dei paletti? Stabilire, ad esempio, che l’assegno di mantenimento non può essere superiore alla metà dello stipendio di chi lo deve erogare”. Noi oggi dedichiamo questa festa soprattutto ai papà che vedono i loro figli da tanto tempo!

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