Mezzi pubblici: in sciopero una settimana si e l’altra no!

di Francesco Scolamiero. E se per una volta entrassimo noi cittadini-utenti in sciopero? Potremmo prenderci un giorno di ferie, prendere l’auto girare per la città senza meta lasciando bus e treni vuoti. Anzi potremmo condire questa nostra protesta con un bel ricorso all’azienda di trasporti locali chiedendo un “risarcimento per danni. Si danni provocati da questa serie di scioperi a cadenza settimanale, che oramai sono diventati routine, e a cui il cittadino sembra assuefatto. E’ una piccola provocazione, non è così che si risolvono i problemi, ma il problema esiste ma nessuno sembra farci caso. Riguardo questi scioperi ho sempre pensato che c’era qualcosa di strano. Solitamente se c’è una vertenza i lavoratori entrano in agitazione per un certo periodo di tempo, la protesta e quindi anche lo sciopero solitamente vanno avanti ad oltranza fino a che non si raggiunge un accordo, una mediazione. Invece nei trasporti pubblici locali nulla di tutto questo, il motivo del contendere sembra sempre molto fumoso, sì il solito discorso del ‘rinnovo contrattuale’, ma ripeto se c’è un problema serio lo scontro si porta fino in fondo invece niente, abbiamo semplicemente una serie di scioperi programmati a cadenza settimanale senza un apparente motivo. Mi ricorda quello che fa ognuno di noi all’inizio dell’anno quando va a sbirciare i giorni di festa per programmare i ‘ponti’. La risposta però forse l’ho trovata, in due diversi modi. Uno leggendo il libro che vi propongo questa settimana, “l’altra casta” di Stefano Liviadotti, attenzione non è un libro contro l’istituto del sindacato, che io stesso reputo fondamentale per un società evoluta, ma contro quello che sono diventati i sindacati oggi in Italia. C’è un paragrafo nel libro proprio dedicato al settore dei trasporti, praticamente la spiegazione di questi scioperi programmati è dovuta al fatto che ogni sigla per avere visibilità vuole indire uno sciopero di sua iniziativa, ma siccome la concorrenza è tanta, allora li programmano prima, come direbbe Totò ‘scioperano a prescindere’!!! Quindi il sindacato A prenota due date di astensione, allora B, altre due, e così via, in barba al principio che bisognerebbe sentire prima la base ovvero i lavoratori se sono d’accordo o meno. A qualcuno verrebbe da chiedersi, ma perché i lavoratori accettano così tanti scioperi, ogni giornata di sciopero va ad incidere sulla loro busta paga, che di per se non è altissima? E qui l’altra risposta l’ho trovata con una chiacchierata con un conducente di autobus. Praticamente mi ha spiegato che queste agitazioni per l’intera giornata incidono poco sulla loro busta paga per una serie di motivi. Innanzitutto i turni e quindi a rotazione anche con due-tre scioperi al mese il conducente viene interessato una volta sola. E poi loro non scioperano l’intera giornata quindi non gli vengono tolte 6/8 ore di stipendio, perché per strani meccanismi che dico la verità non ho ben capito nel conteggio delle ore di lavoro viene considerato anche il tempo per raggiungere la rimessa, il tempo per raggiungere dalla rimessa il capolinea di partenza. Solo quando il bus è arrivato al capolinea di partenza scatta lo sciopero, ma il conducente mi spiegava che lui ‘attaccava’ alle 15 poi finché va a prendere il bus, lo porta al capolinea si fanno le 16.30, quindi mezz’oretta di sciopero, alle 17 si parte e poi quando alle 20 ricomincia lo sciopero è praticamente finito il turno perché bisogna tornare alla rimessa.

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