Meloni: “Vogliamo un fisco amico, non vessatore”.

E’ pronta ai blocchi di partenza l’operazione ‘Fisco Amico’, voluta fortissimamente dal governo Meloni: un fisco che tende la mano ai contribuenti e non un fisco nemico, quasi vessatore.

“Non si può partire da un principio di colpevolezza verso tutti, come è stato per troppe volte, in cui grava sulle spalle delle imprese e delle persone per bene l’onere di dimostrare di essere tali. Noi abbiamo ribaltato questo paradigma nel Codice degli Appalti e intendiamo farlo anche in tante altre riforme strategiche che il governo sta portando avanti e che sta attuando”. Aveva detto il premier Giorgia Meloni in un videomessaggio all’Ance, l’associazione costruttori, insistendo con l’idea di un nuovo patto fiscale con gli italiani.

E dalle parole ai fatti.

L’articolo 4 del disegno di legge delega per la riforma fiscale stabilisce che l’Amministrazione finanziaria avrà “la necessità” di “motivare sempre gli atti” che invia al cittadino, che dovranno, perciò, essere fondati su “dati ed elementi certi” e indicando “le prove” dell’accertamento, e non, “come avviene oggi, su elementi di semplice presunzione” di un comportamento scorretto.

È così che il tesoriere del Consiglio nazionale dei commercialisti Salvatore Regalbuto spiega i contenuti del capitolo del provvedimento governativo all’esame dell’Aula della Camera, evidenziando la scelta del governo di “rafforzare”, con questa previsione normativa, “l’applicazione dello Statuto dei diritti del contribuente” (una legge del 2000 rimasta in parte disattesa), attraverso l’obbligo di motivazione degli atti impositivi da parte del Fisco.

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