Meloni: “Siamo nati da uomo e donna, l’utero non si affitta: la natalità non è in vendita”.

In un’epoca come la nostra, caratterizzata da poche certezze, laddove le paghe sono troppo basse rispetto al costo della vita, mettere su famiglia diventa un’impresa eroica. Per contro una popolazione sempre più vecchia, che non dà spazio ai giovani, pensionando i lavoratori a 70 anni e relegando i più giovani al precariato o a fuggire all’estero.

In questo contesto, avanzare proposte concrete per invertire il trend demografico, è stato l’obiettivo fissato dagli Stati Generali della Natalità, che hanno affrontato questo tema da cui passa il futuro del nostro Paese, alla luce del nuovo record di poche nascite e dell’elevato numero di decessi.

Sul palco dell’Auditorium della Conciliazione sono saliti Papa Francesco e il presidente Giorgia Meloni, che seduti l’uno al fianco dell’altra, si sono stretti la mano condividendo la necessità di sostenere la famiglia.

Giorgia Meloni si è presentata vestita di bianco, con giacca longuette e pantaloni, e Papa Francesco, in un clima di cordialità e confidenza, ha scherzato sul colore della mise della premier: “Oggi – le ha detto il Pontefice – ci siamo vestiti uguali…”.

Le parole di Papa Francesco:
“La natalità e l’accoglienza non vanno mai contrapposte perché sono due facce della stessa medaglia, ci rivelano quanta felicità c’è nella società.

Una comunità felice sviluppa naturalmente i desideri di generare e di integrare, di accogliere, mentre una società infelice si riduce a una somma di individui che cercano di difendere a tutti i costi quello che hanno.

In questo contesto di incertezza e fragilità, le giovani generazioni sperimentano più di tutti una sensazione di precarietà, per cui il domani sembra una montagna impossibile da scalare. Difficoltà a trovare un lavoro stabile, difficoltà a mantenerlo, case dal costo proibitivo, affitti alle stelle e salari insufficienti sono problemi reali.

Sono problemi che interpellano la politica, perché è sotto gli occhi di tutti che il mercato libero, senza gli indispensabili correttivi, diventa selvaggio e produce situazioni e disuguaglianze sempre più gravi”.

 

L’impegno di Giorgia Meloni e del suo governo:
“Vogliamo vivere una nazione nella quale essere padri non sia fuori moda, ma un valore socialmente riconosciuto tutto, in cui riscoprano la bellezza di essere genitori che è una cosa bellissima che non ti toglie niente e che ti dà tantissimo.

Per decenni la cultura dominante ci ha detto il contrario. Vogliamo che non sia più scandaloso dire che siamo tutti nati da un uomo e una donna, che non sia un tabù dire che la natalità non è in vendita, che l’utero non si affitta e i figli non sono prodotti da banco che puoi scegliere e poi magari restituire.

Se le donne non avranno la possibilità di realizzare il desiderio di maternità senza rinunciare a quello professionale non è che non avranno pari opportunità, non avranno libertà.

Quella demografica è una sfida che portiamo avanti non con impostazione dirigista, ma con l’approccio sussidiario, di chi crede che il compito dello Stato sia creare le condizioni favorevoli, con l’ambiente normativo e soprattutto sul piano culturale, alla famiglia, all’iniziativa, allo sviluppo, al lavoro.

Qualcuno dirà che vogliamo uno Stato etico: no, vogliamo uno Stato che accompagni e non diriga, vogliamo credere nelle persone, scommettere sugli italiani, sui giovani, sulla loro fame di futuro.

Vincere l’inverno demografico, ha detto il Papa, è combattere qualcosa che va contro le nostre famiglie, la nostra patria, contro il nostro futuro. Santità, noi amiamo le nostre famiglie, amiamo la nostra patria, crediamo nel nostro futuro e faremo fino in fondo la nostra parte”, ha concluso Meloni nel suo intervento agli Stati generali della Natalità, voltandosi verso papa Francesco, che ha applaudito il suo intervento e poi si è alzato per stringerle la mano.

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