Meloni incontra i sindacati: fumata ‘grigia e bigia’!

Giorgia Meloni ha incontrato a Palazzo Chigi Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Sul tavolo il caro-bollette e il recupero del potere d’acquisto dei salari, eroso dall’inflazione a due cifre e rimasto alla ghigliottina del passaggio dalla lira all’euro, il taglio del cuneo fiscale, le pensioni, il superamento dello scalone Fornero del 2023.

Nell’incontro con le ‘cosiddette’ parti sociali – quelle che hanno cancellato la scala mobile e tanti dei diritti acquisiti dei lavoratori, in cambio della ‘concertazione’ – la premier ha messo subito le mani avanti per non cadere indietro, per la nefasta serie ‘i soldi non ci sono, almeno non per tutti, e non chiedete miracoli chè al giorno d’oggi neppure i Santi si sognano di fare’: “Siamo nel mezzo di una crisi internazionale sociale, usciamo da una pandemia, c’è una crisi energetica in corso, un aumento dei costi delle materie prime, un’inflazione vicina al 10%, salari inadeguati, pensioni di oggi basse”, ma soprattutto che “quelle future che rischiano di essere inesistenti”.

Ai rappresentati dei sindacati, la premier ha ricordato che l’approccio dell’esecutivo “è di totale apertura e rispetto. Dove ci porterà questo confronto dipenderà dell’approccio e dalla disponibilità di ciascuno di noi”. Alle sigle sindacali Meloni ha chiesto di “mettere da parte i preconcetti e, nel rispetto delle diverse convinzioni, è necessario provare a ragionare tutti nella stessa direzione: la difesa dell’interesse generale”.

Sempre dall’esecutivo, accanto all’allarme sul futuro delle pensioni, è arrivata una notizia di altro tenore. Un decreto firmato dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha disposto un adeguamento mensile pari al 7,3% a partire dal primo gennaio 2013. L’aumento, come previsto dalla normativa vigente, è stato calcolato sulla base della variazione percentuale che si è verificata negli indici dei prezzi al consumo forniti dall’Istat il 3 novembre 2022.

Insomma, alla fine della giostra restano comunque da sciogliere i soliti nodi: una riforma fiscale seria che aumenti il netto in busta paga, rafforzare la lotta all’evasione e una riforma altrettanto seria delle pensioni che collochi a riposo tutti i lavoratori ad un’età ragionevole che non può essere certo quella prevista dalla Legge Fornero e con un assegno previdenziale che consenta di mantenere lo stesso tenore di vita garantito dall’ultima busta paga, seppure questa rimane tra le più ‘magre’ della Ue!

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