Ma quando questo Paese si deciderà a ‘fare’ sul serio?

di Redazione. In Italia non ci sono personalità carismatiche, tanto capaci e autorevoli da guardare con scienza e conoscenza ai problemi reali per cercare di risolverli proponendo una Visone di Paese e un Progetto di vita.
Problemi come l’immigrazione, la povertà, il lavoro, le pensioni, le infrastrutture, la salute, l’ambiente, la scuola, la giustizia, il fisco e lo stato sociale, dovrebbero essere affrontati dalle parti politiche, dalle autorità competenti, dalle istituzioni e dai cittadini stessi, con senso di responsabilità e ognuno, per quanto può, apportando il proprio contributo.
A questo Paese non servono provvedimenti tampone e annunci propagandistici per racimolare voti, ma occorre un Progetto politico serio, concreto e realizzabile che dica ai cittadini cosa si vuole fare, da dove si vuole partire e dove si vuole arrivare per ottenere cosa, come e quando, ma tutti insieme.
Occorre una Progettualità, una Visione di Paese: idee chiare sul futuro dell’Italia e degli italiani.
Quando si eredita una casa malmessa come l’Italia, va innanzitutto deciso se demolirla e ricostruirla da capo, oppure ristrutturarla salvando il salvabile.
In entrambi i casi occorre “Un Progetto”.
Se si decide per la “demolizione-ricostruzione”, si deve partire da solide fondamenta per poi salire, piano dopo piano, fino al tetto.
Idem se si opta per la “ristrutturazione”, bisogna progettare quali strutture mantenere, quali abbattere e quali rinforzare.
Ma fino a quando la politica sarà uno ‘show-business’ per attori (politici, scrittori, giornalisti, professori, filosofi e intellettuali) che invece di mettere il loro sapere e la loro notorietà al servizio della collettività per il raggiungimento del bene comune, continueranno a speculare pro domo loro sulle macerie di un Paese distrutto, bè allora ci ritroveremo sempre al punto di partenza, con chi vuole chiudere i porti e chi aprirli, con chi scrive libri e lenzuolate su accoglienza, integrazione e respingimenti, con chi twitta facendo il tifo per gli uni e per gli altri, e con il Tribunale dei Ministri che, riscrivendo la decisione della Procura di Catania, chiede al Senato della Repubblica Italiana l’autorizzazione a procedere nei confronti di un suo Ministro!

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2 Responses

  1. #SenzaPeliSullaLingua Non siamo giornalisti. Siamo Cittadini ITALIANI���� che scrivono le cose così come le vedono, che esprimono semplicemente il loro punto di vista, che nessuno è obbligato a condividere. Liberi noi. Liberi voi. Liberi tutti. Il pensiero non è un canarino!

  2. Anonimo ha detto:

    Cara redazione, la prima ad aver violato il tuo stesso ragionamento sei stata tu quando alla fine del post sei entrata a perorare una parte in causa(con delle fake)un salutoroberto b

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