L’ultima ruota del carro.

di Emanuela Del Zompo. Ernesto (interpretato da Elio Germano) è un uomo semplice che tenta di seguire le proprie ambizioni senza però mai perdere i valori veri della vita. Tappezziere, cuoco d’asilo, traslocatore, autista, comparsa del cinema. Insieme a lui e il suo migliore amico Giacinto (Ricky Memphis) riviviamo le fasi cruciali della storia del nostro paese dagli anni 70 ad oggi. Con uno sguardo sempre attento ed ironico sui vizi e le vrtù dell’Italia e degli italiani, Giovanni Veronesi ci regala una nuova commedia corale incentrata sulle vicissitudini normali e al contempo eccezionali di un eroe dei nostri tempi. Com’è nata l’dea di questo film chiediamo al regista e allo stesso protagonista della storia Ernesto Fioretti e come quest’ultimo si rivede nel film? Crede che il regista l’abbia degnamente rappresentato insieme agli attori? “Conoscevo Ernesto da diversi anni dice il regista… e tutto è nato per gioco. Un giorno, racconta lo stesso Ernesto, ho accompagnato Giovanni a Fabriano per ritirare un premio e mentre eravamo in un negozio lui mi regalò un maglione di colore blu… quindi posso dire che a causa di quel regalo è iniziata questa nostra avventura…. Ma è in autogrill che parlando di un episodio particolare della mia vita che a Giovanni venne l’idea strampalata di farne un film… Dissi che quello era il giorno in cui avevo mangiato peggio addirittura di quando facevo il cuoco all’asilo…. lavoro che avevo ottenuto grazie ad un concorso corrotto. E strada facendo raccontai la mia esistenza ricca di eventi grandi e piccoli, spesso ai limiti dell’incredibile, vissuti facendo diversi mestieri. Attraverso i miei racconti, Giovanni ha visto davanti agli occhi 40 anni di storia italiana ed ha pensato che dietro a me ci fosse una vicenda umana e non solo che valeva la pena raccontare. Tornando al regista, “se non avessi fatto io il film probabilmente mio fratello avrebbe scritto il romanzo. Per quanto riguarda ciò che è stato riportato sullo schermo, dice Ernesto. Il regista ci ha messo del pepe ma è tutto assolutamente vero e realisticamente riprodotto. Questo è un film che racconta il nostro Paese attraverso anche la visione politica è questo il messaggio che voleva dare? “E’ innanzitutto una commedia e quindi ho pensato soprattutto al mio pubblico: è anche una storia d’amore e di amicizia e la politica è trattata in maniera ironica. Ed anche la scena della morte di Moro l’ho girata con gli occhi di Ernesto di come una persona semplice come lui l’ha vissuta e non come solo un autore cinematografico. Come ha scelto gli attori del film? Ho scelto quelli bravi facendo un provino e penso che Elio Germano sia l’artista più dotato e completo in circolazione oggi in Italia. E’ molto versatile e poi ricorda a memoria tutto il film come fa il regista. Ti riesce a capire e non molla mai il personaggio e sul set ti da sempre la verità. Per Ricky Memphis con cui non avevo mai lavorato, mi sembrava giusto per quella sua faccia certo non da bravo ragazzo e Giacinto il personaggio del film amico di Ernesto è un ‘opportunista, scaltro e sveglio allo stesso tempo che coincideva con le capacità fisiche ed attoriali di Memphis. Alessandra Matronardi mi è stata suggerita dalla mia compagna Valeria Solarino che la stimava ed io mi sono fidato del suo giudizio e gli ho fatto un provino. E’ stata più brava delle altre, molto naturale e per lei credo sia il primo ruolo complesso che porta sullo schermo. Rubini ed Haber sono grandi professionisti e quindi mi è venuto spontaneo pensare a loro anche se ci ho messo 20 anni prima di scritturare di nuovo Haber, che se ben diretto può fare delle cose veramente uniche. E poi mi lega a loro anche una grande amicizia. Ha girato a Passo Scuro e sul litorale romano cosa l’affascina di questi luoghi? Voleva ispirarsi a Fellini? Non è la prima volta che giro in questi luoghi, qui trovo ancora luoghi incontaminati come le dune, voglio dire che le cose sono rimaste ancora come molti anni fa come le case dei pescatori, inoltre mio fratello stava ambientando un suo romanzo proprio li. No non volevo citare Fellini nel mio film. Infine per il produttore in quante copie uscirà il film e che ne pensa? 350 copie da giovedì saranno nelle sale italiane. Be non pensavo che con Giovanni Veronesi avrei mai lavorato invece sono già al secondo progetto e mi sono trovato in perfetto accordo di idee sul lavoro artistico e produttivo.

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