Lottare contro l’ingiustizia è un preciso dovere di ogni essere vivente.

di Maria Pia Caporuscio. Ci sono momenti in cui avrei voglia di fuggire lontano, di abbandonare questo paese dove sono nata, dove ho imparato a camminare, a sognare, ad amare, dove nelle notti di luna piena mi incantavo a guardare i tetti delle case di Roma, che mi appariva come una città incantata, che una mano gentile ne aveva fatto la più bella del mondo. Nei miei pensieri di bambina credevo che gli italiani fossero stati più fortunati degli altri a nascere in un paese bello e accogliente come il nostro e l’allegria, sempre presente nei miei concittadini, l’addebitavo anche al sole che le sorrideva sempre, illuminandola e riscaldandola anche nelle giornate d’inverno. Mi dicevo che in un paese come il nostro è impossibile non volersi bene e nelle giornate che precedevano il Natale, questo sentimento lo si poteva toccare con mano.
Certamente gli imprevisti, le malattie, e le preoccupazioni esistevano anche allora, ma queste cose fanno parte della vita e a nessuno possono essere addebitate. Ad ogni modo la vita degli italiani scorreva tranquilla, ognuno al risveglio era sicuro di recarsi in quella che era la sua seconda casa: il posto di lavoro, che gli permetteva una vita, se non proprio agiata, come sarebbe giusto avere, perlomeno dignitosa tanto da consentirgli di mantenere la propria famiglia, senza il rischio di finire sotto i ponti, come sta succedendo adesso. Si era all’epoca tutti consapevoli che il futuro sarebbe stato benigno, che ci sarebbe stato un miglioramento della qualità di vita anche della parte più debole della società, la classe lavoratrice appunto, quella da sempre sfruttata e sottoposta a sacrifici, onde realizzare quell’osceno sistema, che consente a quella categoria vergognosa della società, di vivere nel lusso proprio in virtù dello sfruttamento dei lavoratori. Questa doveva essere la logica conseguenza di una società degna, purtroppo la logica è scomparsa proprio in coloro che questa società erano stati chiamati a dirigere, provocando un terremoto tale, da sconvolgere per sempre la vita degli esseri umani. Non è stata una catastrofe naturale, non è stato un asteroide a cancellare l’armonia della vita sul pianeta Terra, ma la criminale volontà di esseri privi di scrupoli, che si possono ben definire rinnegati della vita. Forse non è stata solo la scimmia ad evolversi ma contemporaneamente ad essa, si sono evolute anche altre specie come le iene, i corvi, gli sciacalli, altrimenti non si spiega come sia possibile massacrare e distruggere esseri della medesima specie. La ferocia di questa specie fa credere loro di poter sottomettere tutte le altre specie al loro volere, visto quanto al confronto, siano indifese. Cercare un rifugio in posti lontani piuttosto che combatterli, è la conferma del loro potere, un motivo in più che incoraggia questi mostri a diventare sempre più feroci. No, non posso e non voglio abbandonare il paese che mi ha dato i natali, ma devo restare per combattere, per spronare i connazionali alla ribellione. Lottare contro l’ingiustizia è un preciso dovere di ogni essere vivente. Uccidere animali feroci per impedire che esseri innocenti vengano sbranati, è una legge di natura che non può essere chiamata violenza, la violenza è quella che questi esseri commettono contro l’umanità. Dobbiamo dimostrare che non siamo nati per servire dei parassiti, non siamo nati per arricchirli sulle nostre spalle, ma dobbiamo dimostrare loro che siamo pronti a combattere, per affermare la sacrosanta parità di diritti fra tutti gli esseri umani. Che non esistono figli e figliastri ma uomini e se loro posseggono mezzi per difendersi, noi possediamo miliardi di braccia per abbatterli.

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