L’Italia gay è in festa! L’Italia di tutti i giorni no. Continua a soffrire, ma la sua grave colpa è di soffrire in silenzio.

L’Italia va a nozze. Sono nozze-gay! E l’Italia-gay fa festa! L’altra Italia, quella di tutti i giorni, no. Per la stragrande maggioranza degli italiani è un giorno qualunque, un giorno come tutti gli altri. La rassegnazione e l’indifferenza continuano a farla da padrone. E questa è la grave colpa di un popolo che accetta di tutto e di più, che soffre in silenzio senza dire mezza parola. Ma, dire, come dice il governo, che l’Italia è in festa, sostenere che è uscita dal medioevo
solo perché il parlamento ha approvato con il voto di fiducia la legge che consente ad un uomo di sposarsi con un altro uomo e ad una donna di mettere su famiglia con un’altra donna, è anacronistico e sa tanto di muffa che poi fa rima con fuffa! Ovvero quella fuffa che il governo sta spacciando di continuo agli italiani per roba buona o meglio, per dirla col “premier senza voto”, per la “svolta buona”. Come se la svolta epocale per un Paese troppo vecchio rispetto alla modernità e pieno di problemi come il nostro,  fosse quella di celebrare matrimoni gay. Anche se poi è assai complesso discernere tra progresso e regresso. E’ forse progresso avere due madri o due padri? E se tutto ciò è progresso e civiltà, perché limitare il matrimonio tra due persone? Facciamone anche tre, quattro, cinque o quanti ne vogliamo. Perchè imporre certi limiti al nuovo che avanza? Perchè ingabbiare le libertà individuali? La verità è che non c’è progresso quando si infrangono le leggi della natura. Non c’è progresso quando un governo che non è in grado di tutelare e garantire neppure la “famiglia tradizionale”, si vuole sostituire al creatore e dare vita alla “famiglia surrogata”. Non c’è progresso quando tutti i dati micro e macro economici danno torto al presunto operato dell’esecutivo dei “nominati”. Dalle pensioni ai salari, dai disoccupati agli immigrati, dalle scuole agli ospedali, dalla corruzione al debito pubblico, dai servizi alle infrastrutture, dal degrado urbano al disseto idrogeologico, qualsiasi persona, ancora sana di mente, sa ancora discernere la realtà dalla fuffa.

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