Lilli Gruber, una talmente di sinistra da non usare più la destra neanche per impugnare la forchetta.

di Vittorio Feltri. Troppo bello Otto e mezzo ello scorso sabato sera, condotto da Lilli Gruber, una talmente di sinistra da non usare più la destra neanche per impugnare la forchetta.

Erano presenti in studio Eugenio Scalfari, campione mondiale dei progressisti, e Paolo Mieli, mio caro amico, uomo intelligente e giornalista di alta qualità, però succube evidente del carisma opaco del fondatore de la Repubblica, cosicché nella circostanza ha svolto il ruolo per lui inconsueto di gregario.

Ho seguito il programma dal primo all’ultimo minuto vincendo la noia dei colloqui tra gli ospiti e la conduttrice. Il tema della serata era di tipo gaberiano: cosa è la sinistra, cosa è la destra? La sinistra è pulita, Veltroni è il padre del Pd, Zingaretti è bravo anche se non è in grado di sfondare; mentre la destra non solo è una porcheria, ma pure una minaccia per la democrazia, dato che Salvini è una specie di dittatore in pectore, dotato di tutte le caratteristiche per prendere a speronate gli italiani idioti che lo votano.

Scalfari e Mieli erano d’accordo su qualsiasi argomento, persino il più futile. Cioè su tutte le tematiche affrontate nel dibattito guidato dalla giornalista più sbieca d’Italia. Alla quale piace invitare i soloni e i solisti, dalle firme più illustri del giornalismo patrio ai fighetti alla moda, tipo Andrea Scanzi e Beppe Severgnini, per non citare Marco Travaglio, che almeno sa parlare.

La Gruber, lo si vede a occhio nudo, detesta il ministro dell’Interno, e questo è un suo diritto, benché un po’ storto, tuttavia esagera nel manifestare tale sentimento dimostrando in modo nitido di non gradire il fatto che il leghista abbia più voti di qualsiasi suo avversario. Proprio non le va giù, come non va giù a Scalfari e neppure a Mieli, il dettaglio che costui sia in vetta ai consensi politici.

Non si chiede e non chiede ai propri amici televisivi perché Matteo, burino quanto volete, è stato in grado di sedurre la maggioranza dell’elettorato. Cosa che a me, viceversa, appare chiara: mentre la sinistra punta sullo ius soli, che la gente non sa neppure cosa sia, non conoscendo il latino, Alberto Da Giussano si preoccupa dell’immigrazione invasiva, del peso fiscale, della legittima difesa, cioè di quanto sta a cuore al popolo, il quale sarà cretino ma alla fine si reca al seggio e appoggia chi gli dà retta, come un tempo dava retta a comunisti e affini.

Tutte le chiacchiere della Gruber, di Scalfari e perfino del mio amico Mieli non servono a persuadere la base che Salvini vale meno di Zingaretti, mancato dentista, e dei pirlacchioni del Partito Democratico e dintorni, tutti specialisti nella marcia del gambero.

Cara Lilli, scendi dal pero. Sei stata parlamentare europea della sinistra, non ti è bastato per capire?

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7 Responses

  1. Milan&Sinistra ha detto:

    La Gruber è troppo faziosa non riesco più a seguirla pur essendo da sempre uno di sinistra.
    Ma vedere la Gruber è come… per un milanista vincere con un calcio di rigore che non c’era, con un gol validissimo ma annullato dall’arbitro che ha espulso senza motivo tre giocatori della squadra avversaria e poi sentire i commenti tv dove sostengono che il mio Milan ha vinto stra-meritatamente la partita, bè se così fosse cambierei immediatamente squadra.
    Per quanto concerne la mia fede politica, oggio dopo avere votato sempre a Sinistra voto Matteo Salvini!

  2. LaRosaRossa ha detto:

    Battaglia senza esclusione di colpi tra Vittorio Feltri e Lilli Gruber. Il tutto è nato da una battuta, anzi da un insulto, rivolto dalla conduttrice di Otto e Mezzo al direttore di Libero: “Per Feltri io sarei così di sinistra da non usare la destra nemmeno per impugnare la forchetta? Veramente io sono mancina… a questo poveretto in andropausa grave gli dice proprio malissimo”.

    Così Lilli la rossa a Un giorno da pecora, su Rai Radio 1. La conduttrice era seccata per un pezzo pubblicato su Libero in cui davamo conto dell’intervista a Io Donna in cui raccontava il suo nuovo libro, una sorta di manifesto femminista nel quale la Gruber punta il dito contro l’eccesso di “testosterone”, in politica così come in ogni aspetto o quasi della società.

    Vittorio Feltri ha replicato agli insulti della Gruber su Libero di ieri, martedì 29 ottobre, ricordandole come il pezzo per il quale era stato insultato neppure fosse suo.
    Ovviamente, il direttore ha picchiato duro: “Sarebbe assurdo prendersela con una signora invecchiata precocemente, e tuttavia non rassegnata al trascorrere degli anni, al punto da nascondere la propria decadenza con la squallida chirurgia plastica che le sfigura il volto rendendolo ridicolo”.
    E ancora, in un altro passaggio: “La Gruber mi definisce un poveretto in andropausa grave, ignorando che la citata andropausa non è una patologia bensì un fenomeno naturale molto meno accentuato della menopausa, di cui lei è vittima innocente da lustri, senza che nessuno abbia avuto il cattivo gusto di rammentarglielo”.

    Ma, come detto in premessa, non è finita qui. Oggi, mercoledì 30 ottobre, Feltri dà nuova linfa alla battaglia. Lo fa su Twitter, dove mette nel mirino la campagna contro il “testosterone” della conduttrice di La7. Lo fa con un cinguettio, breve e corrosivo: “Lilli Gruber detesta il testosterone perché la trascura da lustri”, conclude Vittorio Feltri. Cala il sipario, almeno per ora.

  3. Boto ha detto:

    La Gruber con quei suoi LABBBBRONI può dire quello che vuole, tanto nessuno l’ascolta ma tutti stanno li a vedere se sotto il tavolo mette una gonna con o senza intimo! Ma lei, evita e si inguaina in attillatissimi pantaloni di lattice!

  4. roberto b ha detto:

    Vede sig. Feltri, lo si vede ad occhio nudo, che lei ama il ministro dell’interno…….. solo che la Gruber non ha fatto un post per denigrarla per questa sua tendenza.
    un saluto roberto b

  5. Roberto Rgausa ha detto:

    Piena di soldi e di plastica, non riesce a nascondere il botulino così come non riesce a tifare spudoratamente per il Pd, scagliandosi con ferocia inaudita contro tutto quello che non appartiene alla sua sinistra! Cotanta partigianeria no la si trova neppure nelle reti mediaset!

  6. Debora rm ha detto:

    Non è La Rossa a sbagliare, ma chi accetta di andare alla sua trasmissione per essere trattato come un fesso e che per questo… è fesso 2 VOLTE!!!!

  7. Vale66 ha detto:

    Lilly la Rossa, piena di botulino e di spocchia rappresenta alla perfezione i radical chic!

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