Lettera aperta a Elly Schlein.

di Riccardo Alfonso. L’approssimarsi di una pausa della politica in occasione delle ferie estive potrebbe offrire il tempo necessario, per chi ha a cuore l’interesse del paese, di studiare un modo per riconciliarsi con quella cospicua parte dell’elettorato che diserta le urne per un suo rientro alla grande.

Prima di tutto dobbiamo chiederci il perché siamo giunti a questo punto.

Lo spettacolo che in questi anni i nostri politici hanno offerto non è stato di certo confortante. Se tralasciamo, almeno per un momento, la perdita di stile della nostra classe dirigente tra scandali e volta gabbana e ci soffermiamo su un aspetto politico che non è riuscito a ricompattare i partiti e qui non parliamo di piattaforme ideologiche e le loro diverse sfaccettature ma sui programmi per una visione pragmatica della società italiana che si basa su due moduli di fondo: essere amministrati con saggezza e alla presenza di una classe politica coerente sulle necessità del paese e il modo di perseguirle in tempo reale. In altri termini sta perdendo quota la vecchia idea di partito orientato tra la destra e le sue sfumature, il centro, la sinistra e le sue varie anime.

Oggi vanno affermandosi solo due movimenti che stanno dividendo la società mondiale tra l’essere e l’avere. Chi punta sempre al possesso e al dominio senza farsi scrupolo di perseguirlo con tutti mezzi che ha a disposizione compresa la violenza genocida. Sull’altro versante vi sono le vittime di questo disegno cinico. D’altra parte, non è possibile pensare che le due facce della medaglia possono trovare una coesistenza pacifica ed allora occorre fare una doverosa scelta offrendo ai partiti esistenti di trovare la loro strada tra il loro essere e il loro avere.

Vogliamo fare degli esempi pratici? Sanità pubblica, trasporti, povertà diffusa, mobilità passeggeri e merci e via di questo passo.

In tutto ciò l’opinione pubblica vuole delle certezze e non degli annunci per ciò che potrà essere ma non è e probabilmente non lo sarà mai. Se invece di sbandierare per anni ai quattro venti la costruzione del ponte che scavalca il canale di Sicilia ci fossimo imbattuti, di prima mattina, con gli operai che iniziavano la messa in opera della grande velocità dei treni da Napoli a Reggio Calabria e al raddoppio della linea ferroviaria Messina-Palermo e al potenziamento in mezzi e reti ferroviarie per i pendolari e a migliorare l’assistenza sanitaria pubblica riducendo, tra l’altro, drasticamente i tempi di attesa per visite, analisi e ricoveri.

In questo modo, come per altre iniziative del genere l’opinione pubblica potrebbe assistere ad una svolta significativa del proprio tenore di vita. E il tutto condito nella logica del fare, saper fare e far sapere.

L’Italia, ricordiamocelo bene, ha bisogno di un rinnovamento radicale in tecnologie, infrastrutture e trasporti per essere sempre più competitiva all’estero e per attrarre capitali e investimenti innovativi. E tutto questo e molto di più si può ottenere solo se i politici smettano di creare partiti e partitini e al loro interno correnti e sottocorrenti perché il progresso si misura solo in un modo nel fare, possibilmente, anche prima del dire.

Oggi, invece, si ha netta l’impressione che non si è nemmeno capaci di fare opposizione entro e fuori le aule parlamentari. E non possiamo nemmeno dire che si avvantaggia chi al momento ci governa. Per gli uni manca il pungolo e per gli altri di esercitarlo nell’interesse generale del paese.

Fonte: https://fidest.wordpress.com/2023/07/05/lettera-aperta-a-elly-schlein/

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