Le macerie della nostra Umanità.

Prezzo della benzina oltre due euro nei distributori a Torino, 13 marzo 2022. ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO

di Clemente Luciano. Ogni guerra è maledetta e selvaggia, sporca e spietata. Ogni guerra è una sconfitta della Ragione. In questa spaventosa guerra d’Ucraina, scatenata dalla feroce belva del Cremlino, ogni giorno è un giorno di altro, ulteriore terrore. Più nessuna barriera, nessun limite più all’orrore. E se nessun limite c’è, si può allora dare l’ordine di bombardare anche un ospedale pediatrico e un reparto maternità, come è accaduto a Mariupol, Ucraina.

Ed infatti con un violento bombardamento aereo i russi hanno distrutto un ospedale pediatrico e il suo reparto maternità. Questi sono i posti dove i bambini nascono e crescono, dove comincia e si sviluppa la vita. Ma con quelle bombe la Vita non  è mai cominciata per alcuni di quei bambini,ad altri è stata tolta troppo presto la loro troppo breve vita.Si è negata la vita lì dove la vita sorge.Le immagini della strage dei bimbi,uccisi e straziati,sono troppo forti,tremendamente choccanti da guardare ed è per questo che molti giornali e tv hanno deciso di non pubblicarle.Ma se le si guarda,quelle immagini raccontano l’inimmaginabile: raccontano, ad esempio,di un esserino pietrificato e ingabbiato nella terra come un residuo bellico.

Ed un’altra foto mostra una bambina con le sue treccine e la sua coperta disegnata ad orsi e margherite che sta riversa a pancia in giù,trafitta dai colpi del criminale assassino Putin.Quelle immagini raccontano anche di un’altra piccina con il volto insanguinato,il corpo impolverato,con una maglia colorata e lacera con stampato un gatto raccontano la delicatezza di questa personcina innocente,straziata dalla morte.Dalla morte portata da Putin.

Ma proprio perchè così choccanti,difronte a scene così,non ci si può,non ci si deve girare dall’altra parte per non vedere.Perché le immagini tremende del bombardamento dell’ospedale di Mariupol e dello strazio inflitto a chi nella sua giovane esistenza aveva diritto al sorriso e alla speranza,mandano un messaggio semplice e profondo:ogni guerra è infame e tremenda,ma la guerra sui bambini è un qualcosa di ancor più raccappricciante,un’atroce,feroce mostrosuità.Quelle immagini spiegano come viene sepolto,a due passi da noi,a due passi da un mondo che si definisce “civile”,ogni senso di umanità.Uccidere i bambini è uccidere tutto.

Chiudere i loro occhi a colpi di missili,vietar loro di vedere la Vita e aver fatto,invece,veder loro soltanto il peggio del peggio di questo mondo brutale è un crimine senza possibilità di espiazione.E intanto altri bambini e le loro madri muoiono per fame e per freddo nella metropolitane nelle quali si sono rifugiati per scampare alle bombe e dove si impedisce alle organizzazioni umanitarie di portar loro cibo,acqua e vestiti.E intanto le bombe non si fermano,le bombe continuano il loro percorso di morte,di negazione di vita,di gioia e sorrisi a quegli occhi bambini.Ma quanti altri di queste piccole vite dovranno morire perché si arrivi alla fine delle ostilità?Quanti altri lutti servono ancora per smuovere le coscienze e dire basta all’eccidio totale e all’eccidio ancor più grave,quello dei piccini?

Oramai sta salendo la consapevolezza che il criminale del Cremlino abbia perso anche la più piccola briciola di coscienza e neppure le vite spezzate dei bimbi possano valere ai suoi occhi come un freno,e anzi cresce la sensazione che egli stia perseguendo un lucido disegno di genocidio,perchè pensa che vietando la vita a un bambino impedirà un futuro di libertà all’Ucraina tutta.No.Dopo le sequenze choc di queste ore,davanti all’escalation del massacro dei neonati e degli adolescenti come bersagli,non si può più essere spettatori della guerra o fare il pacifista dal comodo sofà di casa tua e dire:”viva la pace,abbasso la guerra”.Decine di manifestazioni per la pace e per l'Ucraina in tutta Italia
Difronte alle immagini delle macerie di quell’ospedale,difronte alle lunghissime file di gente bambina,che fugge non sa dove, per mantenere il proprio adesso e cercare un incerto domani,occorre metter da parte conformismi e superficialità,indifferenza ed egoismi.Si deve avere il coraggio di guardare fisso dentro gli occhi di quei bambini,bisogna conservare la capacità di indignarsi,essere capaci di difendere il principio di umanità che ha nel rispetto dell’infanzia,nell’amore per le vite nuove,nella gioia di veder crescere il futuro sulle gambe e negli sguardi dei nostri figli e nipoti,le sue fondamenta.Il bambino è il Futuro,l’avvenire dell’Umanità,e invece lo si seppellisce sotto le bombe della violenza selvaggia e primitiva.Ogni conflitto deve avere un limite,ogni furia deve contenere un freno,ogni mano che lancia un missile deve appartenere a qualcuno che sappia che il bambino che si va ad abbattere potrebbe essere suo figlio.

Quando si arriva a un punto di non fermare la propria bestialità anche davanti alle esistenze più fragili e indifese,si va al grado sottozero di umanità,ci si inabissa nel nulla,nella negazione di tutto,si sprofonda in un vuoto incommensurabile e brutale.Provo a pensare a come si sarà sentito il pilota di quell’aereo dopo aver sganciato le bombe sui piccini di quell’ospedale.Chissà se anche lui ha dei bambini a casa che lo aspettano.Chissà come li guarderà,dopo aver massacrato i loro coetanei ucraini.Ma non solo sotto le macerie di quell’ospedale muoiono i bambini in Ucraina.Muoiono anche come è successo alla piccola Polina,al suo fratellino e a tutta la sua famiglia mentre cercavano di scappare dai militari russi. E i bambini ucraini muoiono come è morta la piccola Tanya,una bambina 6 anni morta di sete,disidratata.O come il piccolo Kirill,18 mesi,morto nell’ospedale restato senza corrente per i bombardamenti,sempre a Mariupol,nonostante la disperata corsa dei genitori per salvarlo Ogni giorno che passa c’è la moltiplicazione di queste scene.
E la memoria torna ad Aylan,a quel bimbo di 3 anni,riverso sulla spiaggia,in fuga con i genitori profughi dalla Siria.Ora i piccoli grandi martiri di Mariupol sono vestiti come i nostri bambini, hanno gli stessi animaletti sulle t-shirt,gli stessi ninnoli e gli stessi giochi.Sono proprio come i nostri figli e i nostri nipoti.E davanti a piccoli pezzi di noi stessi di cui si fa strage,ancora ci attardiamo a non pretendere di fermare l’orrore?A non fermare in ogni modo la bestia del Cremlino?
Le macerie sotto cui piangono e muoiono i bambini ucraini,sono in fondo le nostre macerie, quelle macerie siamo noi. Le macerie della nostra umanità.

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