Le caste hanno ucciso il ceto medio.

C’è un problema in Italia che nessuno vuole affrontare nè tantomeno risolvere, quello delle “caste” che hanno divaricato a dismisura la forbice tra ricchi e poveri, causando l’azzeramento del ceto medio, giocando al ribasso dei salari. La svalutazione del lavoro, secondo la quale i lavoratori italiani sono i meno pagati dell’Eurozona, la disuguaglianza di trattamento economico tra lavoratori e l’ingiustificato divario di retribuzione tra dipendenti e dirigenti, sono il cancro del Paese. Per risolvere ingiustizie e disuguaglianze che si abbattono come una mannaia sulle buste paga degli italiani e che frenano lo sviluppo e la crescita economica del Paese, sarebbe sufficiente applicare “il principio dei vasi comunicanti”: togliere a chi ha troppo per dare a chi ha meno e stabilire, una volta per tutte, che un dirigente non può percepire una retribuzione maggiore di tre volte quella di un suo collaboratore e che non può essere ‘libero di entrare e di uscire dall’Ufficio’ come e quando gli pare senza ‘beggiare’! Un esempio su tutti quello degli impiegati dello Stato, laddove a parità di anzianità, titolo di studio e qualifica ci sono, ancora, lavoratori di serie A e di serie B. Travet che senza giusto motivo continuano a godere dei famigerati “stipendi d’oro” (dipendenti di Camera, Senato, Quirinale, CSM, Cassazione, Segreterie più o meno ‘particolari’ dei Ministeri, Regioni a Statuto Speciale, ecc, ecc,) e dipendenti pubblici che, invece, stanno da sempre alla canna del gas con stipendi da fame. Basterebbe redistribuire in maniera equa le risorse destinate alle retribuzioni dei lavoratori della Pubblica Amministrazione per ristabilire un giusto equilibrio tra tutti i dipendenti pubblici. E così per tutto il mondo del lavoro. Facile. Semplice. Possibile. Basta volerlo!

You may also like...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *