L’allarme del comparto pesca: 80% barche ferme nel 2032.

Urge formare i giovani ai mestieri della pesca perché già oggi manca il 10% dei capitani sulle 12 mila imbarcazioni italiane in attività. E da qui al 2032 rischiano di rimanere fermi in porto 8 pescherecci su 10 per mancanza di comandanti. È la proposta lanciata da Fedagripesca-Confcooperative in vista dell’avvio dell’anno scolastico. “A mancare all’appello a bordo– dicono– sono un po’ tutte le figure professionali del settore, ma se per i mozzi si riesce a sopperire con lavoratori extracomunitari per lo più del Nord Africa, per i comandanti questo non è possibile in virtù di quanto previsto dal codice della navigazione”.

A mancare all’appello a bordo sono un po’ tutte le figure professionali del settore, ma se per i mozzi si riesce a sopperire con lavoratori extracomunitari per lo più del Nord Africa, per i comandanti questo non è possibile in virtù di quanto previsto dal codice della navigazione.

A bordo delle navi battenti bandiera italiana, infatti, il comandante e il primo ufficiale di coperta devono essere cittadini di uno Stato dell’Unione europea o di un altro facente parte dell’accordo sullo Spazio economico europeo, reso esecutivo dalla legge 28 luglio 1993, n. 300, come lo sono Norvegia, Islanda e il Liechtenstein. Per i giovani, evidenzia l’associazione, sono molti i motivi per investire il proprio futuro lavorativo nel settore. Se si ragiona in chiave di blu economy l’Italia si colloca al terzo posto per un valore aggiunto tra i Paesi europei del 13,5%; con 33.601 imprese questo settore rappresenta il 15% dell’economia del mare dove i giovani occupati sono 3.253, il 9,7% e le donne: 5.842 il 17,4%.

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