La visione europeista non è più virale: dopo l’€uro adesso il flop dei vaccini!

di Luigi Giuseppe Papaleo. Dopo l’euro, con il flop sui “vaccini” si corrobora il concetto di inutilità di una entità sovranazionale comunitaria animata dalla visione cosiddetta “europeista”.

E’ necessario, oggi più che mai, attivarsi per rivendicare la reintegrazione di una piena sovranità nazionale; l’Inghilterra con la tanto criticata “brexit” è stata lungimirante, riuscendo da sola, ad avanzare in contropiede nell’incubo pandemico del covid-19, vaccinando in poco tempo oltre 20 milioni di abitanti e proponendosi di raggiungere un’immunità di gregge entro la prossima estate.

Parimenti paesi come la Repubblica di San Marino e lo Stato di Israele hanno potuto liberamente autodeterminarsi e dare una risposta  alla piaga del secolo in maniera pronta e risolutiva.

Uno Stato non può assolutamente “cedere” la propria sovranità nazionale, poiché ha il dovere istituzionale di tendere alla piena realizzazione e preservazione dei valori e/o interessi generali cc.dd. fondanti della comunità di cui è ente esponenziale; ciò implica la necessità statuale di poter in ogni tempo, agire autonomamente informando le sue azioni al conseguimento di risultati strategici senza preclusioni di sorta dettate ad esempio, nel caso di specie della straordinaria ed eccezionale congiuntura pandemica, da fattori geopolitici che non possono interferire a danno della salute pubblica dei consociati.

Un esempio a caso è dato proprio dalle dinamiche della campagna vaccinale in corso, che non può subire rallentamenti per cavilli, clausole e/o impegni contrattuali assunti a monte da un organismo sovranazionale (sfornito dell’elemento materiale del popolo) nei confronti di una “big pharm”, nel contesto di schemi vincolistici che mal si prestano alla rapidità e concretezza cui andrebbe rigorosamente informata la gestione dell’interesse sanitario generale di ciascun Stato.

All’uopo, si ribadisce che una campagna vaccinale capace di fronteggiare un’emergenza di tale portata definibile “epocale”, per essere immediatamente soddisfacente ha bisogno di grossi margini di flessibilità: sia con riferimento agli approvvigionamenti di prodotto, che con riferimento alle case farmaceutiche coinvolte, senza limitazioni e/o condizionamenti imposte dall’alto le quali, qualsivoglia esse siano, devono “cedere” innanzi alla tutela della salute ed ordine pubblico generale.

Luigi Giuseppe Papaleo
Giornalista Pubblicista

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