La truffa dello Stato teocratico Antartico, che non esiste. Cosa prevede il Trattato del 1959.

di Agostino Spataro. Intervenendo alla Camera dei Deputati sulla ratifica del Trattato sull’Antartide del 1959, (vedi testo sotto) mai avrei potuto immaginare che la fantasia truffaldina di taluni potesse giungere a vette così elevate. (*)

SEDUTA CAMERA DEPUTATI 22 maggio 1980

Discussione del disegno di legge: Adesione al Trattato sull’Antartide, firmato a Washington il 1° dicembre 1959, e sua esecuzione (articolo 79, sesto comma, del regolamento) (684).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l’onorevole Spataro. Ne ha facoltà.

SPATARO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, onorevole rappresentante del Governo, nel preannunciare il voto favorevole del gruppo comunista al disegno di legge di adesione dell’Italia al trattato sull’Antartide, mi sia consentito svolgere alcune brevi considerazioni di merito e alcune raccomandazioni al Governo, cui è demandato l’onere dell’esecuzione.

L’adesione dell’Italia giunge, come al solito, con molto ritardo. Sono trascorsi ben 21 anni dalla stipulazione, avvenuta il primo dicembre 1959 a Washington, a seguito dei negoziati avviati in occasione delle manifestazioni promosse per l’anno geofisico internazionale.

Il nostro paese non figura nel novero degli Stati contraenti originari, in quanto non aveva manifestato, prima di allora, un concreto interesse alle attività di cooperazione internazionale nel settore scientifico, né tanto meno sul pian o dell’iniziativa per il disarmo, in relazione alla quale occorre sottolineare che il trattato in esame stabilisce il principio della non militarizzazione del continente.

In forza di questi motivi, il nostro Governo non venne invitato a partecipare ai negoziati per la stipulazione del trattato, originario, che conseguentemente opera una suddivisione degli Stati partecipanti in due categorie: alla prima appartengono gli undici paesi contraenti originari, ai quali spettano capacità decisionali ed operative assai ampie; alla seconda i paesi che aderiscono in una fase successiva (tra questi dovrebbe rientrare l’Italia), ai quali si applicano i soli obblighi previsti dalla convenzione.

È prevista comunque la possibilità di acquisire i diritti dei paesi cosiddetti contraenti originari, a condizione che i nuovi aderenti dimostrino il loro vivo interesse per l’Antartide attraverso attività di ricerca scientifica, quali l’installazione di una stazione permanente, l’invio di spedizioni scientifiche, la partecipazione ai programmi di ricerca e di rilevamento, e così via.

Tutto ciò senza trascurare la necessità di intendere la nostra piena partecipazione, in primo luogo al fine di contribuire, in accordo con gli altri Stati contraenti, al consolidamento dell’equilibrio fondato sulla non militarizzazione dell’Antartide, in modo che sia allontanato ogni pericolo ed ogni tentazione finalizzata alla utilizzazione di quei vasti territori come aree per esperimenti militari nucleari e di altro tipo, così che, in sostanza, l’Antartide non sia considerata come una sorta di torta ghiacciata da dividere tra le cosiddette grandi potenze, ma resti un territorio aperto, da porre al servizi o del progresso scientifico ed economico dell’intera umanità.

Non basta perciò una semplice e formale adesione al trattato, ma bisognerà adoperarsi perché il nostro interesse venga manifestato sotto molteplici punti di vista e non soltanto al fine di entrare a far parte del club dei paesi aventi pieni diritti, ma principalmente in vista della partecipazione italiana ai programmi di ricerca e di sfruttamento delle immense risorse petrolifere, carbonifere, uranifere e di altri minerali che sembrano siano stati rinvenuti sul continente polare.

A questo proposito appare evidente la necessità di rinegoziare gli accordi o di procedere con convenzioni separate per una regolamentazione delle attività di ricerca e di coltivazione dei minerali, per evitare appropriazioni arbitrarie e indiscriminate di risorse fondamentali per lo sviluppo.

Un gruppo di fattori principali di instabilità che h a determinato ed acuito la crisi mondiale in atto è senza dubbio costituito dall’aumento dei costi delle materie prime energetiche e minerali, dalle previsioni di progressivo esaurimento delle fonti e dalla conseguente entrata in crisi dei sistemi tradizionali di approvvigionamento.

Per un paese come l’Italia, che dipende quasi interamente dall’estero per il rifornimento delle materie prime necessari e al suo sistema di trasformazione, la prospettiva dello sfruttamento delle risorse antartiche, come dei giacimenti sottomarini dei noduli polimetallici dovrebbe divenire un punto importante della sua politica economica estera.

Siamo consapevoli che nel breve e medio periodo iniziative di questo tipo non sarebbero giustificate sul piano del calcolo economico immediato, ma, nella prospettiva, la spesa di oggi potrebbe trasformarsi in un sicuro investimento al fine di contribuire alla riduzione del nostro grado di dipendenza dal mercato estero e garantire la sicurezza e la continuità dei nostri approvvigionamenti.

Ecco perché raccomandiamo al Governo di adoperarsi fattivamente per un’intensificazione della nostra azione verso l’Antartide da realizzare in collegamento con i nostri istituti ed operatori della scienza, i quali, al pari dei loro colleghi americani, sovietici, inglesi o belgi, hanno spesso manifestato l’interesse per la ricerca scientifica sul continente che, per parte italiana, non può davvero considerarsi esaurita con la sola spedizione del 1975.

In questo quadro, bisognerà prevedere interventi e passi concreti per l’elaborazione di un progetto separato di convenzione relativo alla conservazione e allo sfruttamento delle risorse ittiche già preannunciato dalla Conferenza dei paesi contraenti originari.

Si tratta anche qui di risorse notevoli il cui sfruttamento, seppure potrà avvenire in condizioni non facili, alla lunga, così come per i minerali, potrà assumere un valore strategico nell’equilibrio del sistema alimentare mondiale.

Abbiamo svolto queste brevi osservazioni e raccomandazioni per richiamare l’attenzione del Governo nel momento in cui, dopo l’approvazione del Parlamento, si passerà alla fase di esecuzione dell’adesione italiana al trattato; esecuzione che dovrà essere gestita con spirito di intraprendenza e con lungimiranza per recuperare il tempo perduto e sviluppare una iniziativa certamente compatibile con le nostre reali possibilità di intervento, ma in grado comunque di far giocare al nostro paese un ruolo corrispondente ai nostri interessi, anche in questa remota parte del globo dove in pacifica cooperazione si lavora per rendere più sicuro l’avvenire dell’umanità.

PRESIDENTE. Non essendovi altri iscritti a parlare, dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali. Ha facoltà di replicare il relatore, onorevole Radi.
RADI, Relatore. Non ho nulla da aggiungere, signor Presidente.
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare l’onorevole sottosegretario di Stato per gli affari esteri. GUNNELLA, Sottosegretario di Stato.
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(*) L’incredibile truffa dello Stato Teocratico Antartico di San Giorgio.

truffa Stato Teocratico Antartico San GiorgioAGI – Lo “Stato Teocratico Antartico di San Giorgio” vantava un capo di Stato, un governo e relativi ministri, una Corte di giustizia, un Tribunale supremo, una gazzetta ufficiale e la possibilità di rilasciare documenti di identità validi anche per l’espatrio.

Ma le oltre 700 persone residenti in tutta Italia che hanno pagato dai 200 ai 1.000 euro per ottenerne la cittadinanza hanno scoperto sulla propria pelle che lo Stato esisteva solo sulla carta. Così come i tanti benefit – soprattutto di natura economica e fiscale – legati a quella cittadinanza.

È il ‘cuore’ del mega raggiro scoperto dalla Polizia di Stato di Catanzaro: 30 gli indagati, 12 le ordinanze di applicazione degli arresti domiciliari (più un obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria) emesse dal gip di Catanzaro ed eseguite dalla Digos del capoluogo calabrese.

In almeno due casi è emersa anche la vendita di terreni in Antartide con annesso titolo nobiliare. E un’ulteriore somma di denaro sarebbe stata chiesta ai neocittadini “antartici” per l’acquisto dell’isola di Kouneli, in Grecia, utile a dare una concreta territorialità allo Stato.

I reati contestati sono quelli di associazione a delinquere, truffa, fabbricazione e possesso di documenti falsi validi per l’espatrio e riciclaggio. Le indagini hanno preso avvio il 7 aprile 2021 dalla perquisizione di un immobile di Catanzaro, sedicente sede diplomatica dello “Stato Teocratico” e hanno progressivamente portato a delineare l’esistenza di un’associazione a delinquere operante su tutto il territorio nazionale, con ‘basi’ a Catanzaro, Alcamo (Tp) e Teramo, finalizzata alla commissione di un numero indeterminato di truffe basate appunto sull’esistenza dello Stato, dotato di un’autonoma sovranità e di connessi privilegi, asseritamente in forza del Trattato Antartico del 1959.

Ai neo cittadini veniva prospettata la possibilità di ricevere finanziamenti per i propri progetti di ricerca, di fruire di una burocrazia più snella o di utilizzare i documenti dello Stato per circolare liberamente in Italia e all’estero.

Ma i benefici più allettanti erano sicuramente quelli connessi alla riduzione dell’imposizione fiscale, con un’aliquota pari solo al 5% da versare al nuovo Stato di appartenenza con correlativa esenzione dalla corresponsione delle imposte ln Italia; quelli afferenti alla opportunità di preservare i propri beni da possibili azioni esecutive dello Stato italiano atteso che sarebbero divenuti beni “sangiorgesi”; quelli di poter continuare a esercitare la professione medica nonostante la radiazione o la sospensione dall’albo e di poter essere esentati dagli obblighi vaccinali.

Sempre nell’ambito del procedimento – convenzionalmente denominato “L’isola che non c’è” – il gip ha riconosciuto la sussistenza della gravità indiziaria anche per i delitti di illecita fabbricazione e possesso di documenti falsi. Gli indagati avrebbero infatti adottato dei documenti di riconoscimento contraffatti (passaporti, carte d’identità diplomatiche), totalmente corrispondenti ai format internazionali, utilizzati in diverse strutture alberghiere, sul territorio nazionale ed estero, nonché nel corso di controlli di polizia, come avvenuto a Catanzaro e in alcuni aeroporti, anche per gestire traffici illeciti di sostanza stupefacente.

In almeno un caso, è emerso l’utilizzo di una patente di guida dello Stato Antartico per superare un controllo stradale di Polizia. I proventi illeciti acquisiti, quantificati in un importo superiore a 400.000 euro, sarebbero stati poi oggetto di successive condotte di riciclaggio attraverso un conto estero situato in territorio maltese, dove avrebbe sede una rappresentanza dello Stato.

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1 Response

  1. Velia ha detto:

    Stan Meyer inventò il motore ad acqua. Avrebbe potuto cambiare il mondo ma fu trovato morto.

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