La sfida di Milano per creare l’alternativa.

di Corrado Passera. Gentile Social network, esattamente due mesi fa la Direzione nazionale mi chiedeva ufficialmente di proporre la mia candidatura a sindaco di Milano. Ho accolto con grande entusiasmo la richiesta e, infatti, da quel 6 giugno sono impegnato in un compito che mi appassiona e inorgoglisce. Milano è la mia città, è il condensato di alcune delle migliori energie del Paese ma anche di opportunità non valorizzate da una amministrazione incapace di dare a Milano l’ambizione che la città può permettersi di avere. Soprattutto la sfida di Milano è la voglia di testimoniare che Italia Unica è un partito vero, radicato sul territorio, con tanta gente perbene che vuole impegnarsi per il futuro del Paese.
Che non ci fa paura, bensì al contrario ci sprona, misurarci con il consenso dei cittadini; che io sono pronto ad assumermi le mie responsabilità, a metterci la faccia come si dice, in una competizione virtuosa – che tale io intendo la mia candidatura: fuori da ogni convenienza personale o interesse privato – per dare a Milano un primo cittadino all’altezza dei problemi che deve affrontare e risolvere per diventare una delle più dinamiche città del mondo. Aggregando idee e persone in modo nuovo. È per questo che in queste settimane, nonostante il periodo estivo e anzi proprio per questo, mi sono messo a girare anche quelle parti della città – vecchie e nuove – che conosco meno per sondarne gli umori, approfondirne le problematiche, avviare un vero ascolto di tutti i cittadini. Voglio dare alla mia candidatura questo specifico senso: intendo rivolgermi direttamente a tutti i milanesi, con un programma forte di sviluppo delle imprese, di sostegno delle famiglie, di tutela della legalità, di valorizzazione della cultura, della creatività e delle università di Milano. Lavoro, qualità della vita, solidarietà, con grande pragmatismo. Per costruire ambizione sull’orgoglio dei milanesi per la loro città e per la forte area metropolitana che è parte integrante dell’identità milanese. Parleremo naturalmente con i partiti, ma non intendiamo partire da cartelli elettorali posticci e inutilmente limitanti. Il “progetto Milano” è parte chiaramente importante del nostro impegno per le amministrative 2016. Stiamo lavorando sodo per radicarci ancora più sul territorio, con nuove Porte e tante iniziative, in modo da far sentire la nostra presenza anche in altre città che l’anno prossimo cambieranno i loro sindaci, dal Nord al Sud del Paese. Qualche giorno fa è stato il caso di Trieste dove Roberto Di Piazza è un candidato fortissimo. E’ bellissimo vedere quanto entusiasmo e disponibilità c’è nel proporre programmi, nell’aggregare energie. Perché per noi di Italia Unica la politica è servizio, non pretesa. E per me, in particolare, è un impegno totale. La mia candidatura a Milano, come le altre in tutte le parti d’Italia, vogliono essere acceleratore del progetto politico nazionale di Italia Unica. Serve sempre di più un approccio economico, sociale e istituzionale come il nostro. In questi due mesi, infatti, molte cose sono accadute e la gran parte porta il segno negativo. Abbiamo visto l’euro barcollare sotto i colpi della crisi greca; leader improvvisati giocare ai dadi con i destini del proprio Paese; istituzioni europee incapaci di elaborare progetti seri e duraturi, dai migranti, all’Ucraina, al terrorismo. In particolare abbiamo dovuto assistere al disarmante spettacolo del balbettio del governo italiano, capace di mutare posizione a seconda del vento del momento, dopo aver sprecato in malo modo l’opportunità offerta dal semestre di presidenza della UE. Non è così che deve comportarsi un grande Paese. Non è così che deve operare un presidente del Consiglio. Non è così che deve agire uno statista. Non basta. Sul fronte interno abbiamo visto cadere una dopo l’altra le illusioni sparse con sconcertante irresponsabilità da Matteo Renzi. Autorevoli organismi internazionali hanno recentemente spiegato che con l’andamento attuale per tornare ai livelli occupazionali pre-crisi l’Italia dovrà attendere vent’anni. Vent’anni, capite? Significa bruciare le speranze di una e più generazioni: un disastro. E in questo quadro il Mezzogiorno occupa una posizione particolarmente inquietante. È dei giorni scorsi la rilevazione dalla Svimez secondo cui il Sud è cresciuto la metà della Grecia (!), mentre la disoccupazione supera l’agghiacciante quota del 40 per cento della forza lavoro. Potrei andare avanti, ricordando come le tasse siano aumentate, la spesa pubblica cresciuta, gli investimenti tagliati. Ma non è il caso, almeno in questa sede. Quel che mi interessa rilevare è la progressiva incapacità di Renzi di affrontare i nodi strutturali del Paese, cui fa da supporto la pervicace volontà di assicurarsi tutto il potere possibile, con leggi elettorali, riforme costituzionali, occupazione della Rai, asservimento ope legis dei livelli dirigenziali della Pubblica amministrazione. Un’operazione condotta con disinvoltura e spregiudicatezza, con compagni di strada improbabili, supini o voltagabbana. In vari casi, entrambi. Io, Italia Unica, tutti voi lavoriamo per un’Italia diversa. Dove vincano il merito e la responsabilità, dove a tutti siano garantite pari opportunità ma poi i capaci ed i meritevoli trovino il giusto riconoscimento. Auguro a tutti una buona estate, un’estate di relax, ma anche di lavoro. Perché non dobbiamo perdere neanche un minuto per rendere possibile l’alternativa, per dare all’Italia un bipolarismo corretto ed efficace, per garantire ai nostri giovani un futuro degno di loro. Ce la possiamo fare. Io ne sono sicuro. Corrado

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