La servitù volontaria.

di Carlo Calenda. Nel momento in cui decidiamo che siamo di destra o siamo di sinistra prima di essere cittadini ci sottoponiamo volontariamente a una servitù. Smettiamo di ragionare sulla realtà e iniziamo ad appartenere a qualcuno.

Appartenere è rassicurante, delegare ad altri l’esercizio del pensiero pure.

Le democrazie liberali iniziano a morire quando questo fenomeno diventa, anche per mancanza di adeguata istruzione, maggioritario.

In Italia questo processo è in atto da decenni.

Un cittadino di sinistra ammetterà di non aver avuto servizi pubblici migliori e più giustizia sociale.
Un cittadino di destra ammetterà di non aver ottenuto maggiore sicurezza o minore tassazione.
Nessuno dei due cittadini sarà pronto per questo a mettere in dubbio il suo essere/appartenere alla destra o alla sinistra. In loro prevarrà l’impulso alla servitù volontaria verso una parte che, almeno, li fa sentire di appartenere a qualcosa.

Purtroppo appartenere a qualcosa spesso si tramuta nell’appartenere a qualcuno. Magari a classi dirigenti che sanno fare solo questo: stimolare l’appartenenza a un gruppo contro altri gruppi di cittadini. Tutta la nostra democrazia è orientata in questo modo.

Questo è ciò che come Azione siamo impegnati a combattere.

Il nostro nemico è la nostra confortevole tendenza alla servitù volontaria.

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