La natura si ribella: siccità, alluvioni, cicloni e malattie!

Non ci sono più le mezze stagioni… non è solo un modo di dire, ma la consapevolezza che qualcosa sta davvero cambiando in termini di clima e che la natura, forse provata dallo sfruttamento e dall’incuria dell’uomo, sta in qualche modo difendendosi: siccità, inondazioni e cicloni colpiscono la vita di milioni di persone ogni anno. E non solo! Dalla malaria alla dengue, sul Pianeta si stanno affacciando nuove minacce per la salute legate ai cambiamenti climatici. A fare il punto della situazione è il nuovo Atlante pubblicato dall’Organizzazione mondiale per la salute (Oms) e dall’Organizzazione meteorologica mondiale (Omm). La variabilità del clima ed eventi estremi come le alluvioni possono anche innescare epidemie come diarrea, malaria, dengue e meningiti.
“La prevenzione e la preparazione – spiegano dalla direzione generale dell’Oms – sono al cuore della sanità pubblica. La gestione del rischio é il nostro pane quotidiano e l’informazione sui cambiamenti climatici è uno strumento scientifico potente che ci assiste in questo compito”. Secondo l’Oms “il clima ha un profondo impatto sulla vita e sulla sopravvivenza delle persone. I servizi climatici possono migliorare queste vite, anche con risultati migliori per la salute”.A interessare un Paese come l’Italia sono fenomeni sempre più frequenti come le ondate di calore o le precipitazioni intense. “Ormai si tratta di eventi sempre più ravvicinati, che si verificano ogni 3-4 anni – spiegano i responsabili del programma Cambiamento climatico e salute dell’Oms-Europa – e spesso sono più intensi rispetto al passato”. L’Atlante mette in luce come proprio la preparazione sia un fattore chiave di fronte ai cambiamenti climatici: in Bangladesh la mortalità causata da cicloni simili si sia ridotta nel tempo grazie a migliori meccanismi di allerta e preparazione, passando dai 500mila morti del 1970 ai 140mila nel 1991, fino ai tremila del 2007. In alcune località le malattie infettive come malaria, dengue, meningiti e colera possono variare in base a oltre cento fattori fra le stagioni e a seconda degli anni, legati proprio al tempo e alle condizioni climatiche. Fare previsioni sul clima quindi può anche preannunciare l’arrivo, l’intensità e la durata delle epidemie.

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