La dignità del lavoro deve essere coniugata con la dignità della pensione.

Riforma delle pensioni. Quota100. Legge Fornero. Sistema misto. Solo contributivo. Ape. Opzione donna. Tavoli, incontri, confronti, scontri, trattative, ecc, ecc. Tutto sulla pelle dei lavoratori.

In Italia si mobilitano le piazze per un green pass che non fa male a nessuno, anzi, tutt’altro, e su materie di una importanza fondamentale per il nostro futuro di anziani, come le pensioni, non si muove un dito.

Lorsignori possono aprire tutti i tavoli che vogliono, ma una cosa devono tenere bene in mente: stanno ‘maneggiando’ la vita di milioni di cittadini, la stragrande maggioranza dei quali non percepisce certo i loro compensi faraonici, altrimenti non ci penserebbe mai ad andare in pensione e resterebbe incollata al posto di lavoro, proprio così come fanno loro!

La riforma delle pensioni: come lasciare il lavoro a 62 anni. Ma c'è un prezzo da pagare

Adesso Governo e Sindacati sono chiamati a fissare dei paletti sull’età pensionabile e sul conquibus, ovvero sull’ammontare dell’assegno previdenziale.
Nessun lavoratore, sano di mente e di corpo, pretende di andare in pensione a 50anni, quella era roba da Prima Repubblica il cui prezzo ancora oggi lo stiamo pagando sulla nostra pelle.
Ma fissare l’uscita dal mondo del lavoro a 65 anni, con 40 anni di contributi e una pensione pari all’ultimo stipendio percepito (nè un soldo di meno, ma forse un qualcosina di più), è l’unica proposta accettabile per chi ha lavorato una vita intera.

Governo e Sindacati hanno il dovere di garantire ai lavoratori una pensione dignitosa, senza mortificare il loro tenore di vita una volta in quiescenza, anche peri assicurare ai giovani un futuro di lavoro e anche per loro una pensione così come per i loro padri.

La parola d’ordine deve essere: Dignità del Lavoro. Dignità della Pensione.

You may also like...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *