La Consulta boccia il ‘Porcellum’: siamo tutti abusivi!

Laddove non provvede la politica e i politici, interviene la magistratura e i giudici. Non più leggi, ma sentenze regolano la vita del Paese! E i giudici ci hanno preso un tale gusto a dettare i tempi della politica che a flotte svestono la toga per passare dall’altra parte della barricata. Alla faccia della divisione dei poteri dello Stato, i magistrati migrano senza imbarazzo alcuno dalle aule di tribunale alle aule di Montecitorio e Palazzo Madama.
Accade così che le toghe decidano delle sorti del Paese e della vita degli italiani intervenendo a colpi di sentenze sulle sorti politiche di Silvio Berlusconi, sull’Ilva, sul metodo Stamina e adesso pure sull’attuale legge elettorale che si sono accorti essere illegittima solo dopo appena tremila giorni durante i quali, con quella legge, si è “votato” di tutto e di più.
Ma come accade in un castello di carte dove quando se ne muove una viene giù tutto, dall’illegittimità del “porcellum” ne consegue che tutti i parlamentari – nominati dai partiti e da noi votati col naso turato – sono illegittimi. E sono illegittimi loro e i loro atti parlamentari. E’ illegittima la nomina di Napolitano al Quirinale. Sono illegittimi i governi Prodi, Berlusconi, Monti, Letta. E sono illegittime le riforme del lavoro e delle pensioni, le tasse sulla casa. E pure la Corte Costituzionale è illegittima in quanto nominata da un parlamento e da un capo dello Stato illegittimi. E la stessa sentenza di illegittimità sull’attuale legge elettorale è da considerarsi illegittima anch’essa. Insomma, il nostro è un Stato illegittimo nel quale si sopravvive nell’abusivismo, confidando nel prossimo condono.
Ma adesso “gli illegittimi” bocciati dalla Consulta, cercheranno di metterci su una pezza, bombardandoci di chiacchiere circa fantomatiche riforme elettorali! Sarà un gioco al massacro, davvero illegittimo, questo, perché praticato sulla pelle di un Paese ridotto allo stremo delle forze, che non ne può davvero più delle loro chiacchiere e che legittimamente reclama soluzioni ai problemi concreti del vivere quotidiano.
Lavoratori e pensionati che non ce la fanno ad arrivare a fine mese, disoccupati che il mese non sanno neppure come iniziarlo, italiani impoveriti dall’euro, depressi dalla crisi e incazzati neri con la politica delle chiacchiere e i governi delle tasse, fanno fatica ad inserire la legge elettorale nella lista delle loro priorità. Anche perché dalla politica, da questa politica, hanno ricevuto solo promesse mai mantenute e tante, ma tante tra ruberie e porcherie varie, da fargli passare la voglia di andare a votare!
Insomma a credere nella politica italiana, commissariata dalla Troika e teleguidata da Bruxelles, sono rimasti davvero in pochi: i nostalgici di Berlinguer, di Moro e di Almirante, ancora in cerca di qualche leader che ne ricalchi le orme, e coloro che campano più o meno direttamente di politica. Di fatto le elezioni stanno sempre più diventando, sotto i colpi mortali di un astensionismo senza precedenti, un mera formalità da espletare tra addetti ai lavori per la spartizione delle poltrone.
Il problema politico dell’Italia è che, se anche un nuovo, quanto ipotetico, meccanismo elettorale consegnasse la maggioranza assoluta dei seggi parlamentari ad un solo schieramento, nessuna riforma potrebbe mai garantire la governabilità, perchè quello schieramento, quel partito, quel movimento o, peggio ancora, quella coalizione, continuerebbero comunque ad essere formati da politici italiani. I quali, nel giro di poco tempo, frantumerebbero il partito di maggioranza assoluta in decine di rivoli e correnti, che porterebbero a rimpasti e inciuci per tornare di nuovo alle urne e mettere in scena l’unica opera di cui sono capaci: il carosello delle elezioni.

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