La Cina intende realizzare sei portaerei entro il 2035.

di Attilio Runello. Durante la presidenza di Trump scoprimmo all’improvviso che le sfide strategiche americane provenivano dal fronte cinese.
Trump si affrettò a preparare il rientro delle truppe dall’Afganistan e elevò i dazi nei confronti dei prodotti importanti dalla Cina. L’amministrazione americana mise poi sull’avviso il nostro governo a non proseguire con l’iniziativa della via della seta.
Inoltre cercò di stringere un rapporto amichevole con il leader della Corea del nord – con cui Trump ebbe due incontri – convincendolo a sospendere gli esperimenti nucleari.
La Cina ha realizzato la proprietà di porti o di moli  in tutta Europa. Si tratta di basi commerciali.
Ma si sta muovendo anche per creare porti cinesi all’estero che possano ospitare basi militari. Facendo una politica da grande potenza che impensierisce gli Stati Uniti. Uno di questi porti si trova a Gibuti dove in realtà lo hanno diversi paesi, Italia compresa.
Un altro lo sta realizzando in Cambogia.
La Cina ha realizzato negli anni una enorme flotta. Anche se è spesso un po’ datata e non sempre dotata di armi moderne.
La prima portaerei venne acquistata dall’Ucraina, in fase di realizzazione. Terminata la prima ne ha realizzate altre due e sembra ne abbia in progetto altre sei, anche a propulsione nucleare.
A quali minacce  pensa di andare incontro la Cina? O forse vuole innescare una corsa agli armamenti per competere se non con gli Stati Uniti quantomeno con l’India per il controllo dell’Oceano indiano?

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