Wilbur Smith e i cambiamenti climatici.

di Attilio Runello. È morto Wilbur Smith. Si è spento in Sudafrica all’età di ottantotto anni, assistito dalla sua quarta moglie, mentre ancora scriveva.
In un panorama letterario ed editoriale in cui prevale il poliziesco nelle sue più svariate forme Wilbur Smith rientrava in quella ristretta cerchia di scrittori che pubblicava romanzi di avventura. Romanzi ambientati prevalentemente in Africa, quella che conosceva bene e dove era nato. Africa di cui parla anche il recente premio Nobel.
I romanzi più famosi sono quelli che lo vedono alla riscoperta dell’antico Egitto, guidati dai papiri di Taita, generale dell’antico Egitto che in fuga seppellisce tomba del faraone e antichi tesori in un posto inaccessibile, ma lascia una sorta di mappa del tesoro per i posteri.
E i cacciatori di tesori arrivano, come degli Indiana Jones, ma sono europei e africani. L’Egitto trova un suo spazio in questa caccia al tesoro, dove buoni e cattivi hanno contorni ben definiti.
Per compensare alla sua passione per l’avventura che celebra alcuni cliché tradizionali che oggi non trovano molto spazio, come la passione per la caccia degli animali ha voluto prendere negli ultimi anni posizioni a favore del cambiamento climatico, di cui sembra che il continente africano ne subisca i peggiori effetti.
“Doveva essere l’inizio di una nuova promettente serie quel ‘Tempesta’, primo libro per ragazzi di Wilbur Smith uscito la scorsa primavera.
Ora, con l’uscita del secondo volume, ‘Fulmine’ il 25 novembre in Italia per Harper Collins la sua vena per uomini e donne del futuro si trasforma in un testamento, ed è un testamento ambientalista con cui il prolifico e amatissimo scrittore, pensava di dire la sua dopo la pandemia.” ANSA
“Scrivere ai ragazzi – diceva in un’intervista a Claudia Morgoglione per La Repubblica – mi dà la possibilità di lanciare alla nuova generazione, la più sensibile all’ambiente, un messaggio a favore della conservazione della Terra e di amore per la Natura. Le cose vanno cambiate subito, già da ora”. E aggiungeva, ”Vivere avventure è il modo migliore per conoscere il mondo e se stessi: infatti i bambini sono spontaneamente più avventurosi degli adulti.”

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1 Response

  1. Flavio Ezio ha detto:

    Un eccelso scrittore, RIP

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