Italicum. Il giudizio della Consulta.

Dove non arriva la politica arrivano le toghe. Ormai è prassi del nostro ‘sistema’ attendere le sentenze dei tribunali per normare laddove la politica non riesce a farlo. Così capita che la Consulta sforni persino una legge elettorale, quando la politica latita e gira a vuoto intorno a quella legge che dovrebbe consentire al popolo italiano di esercitare la propria sovranità. Quindi oggi è il fatidico giorno del giudizio sull’Italicum. La Corte Costituzionale dovrà decidere sulla legge elettorale. Secondo gli ultimi rumors, la Consulta consegnerà una legge pronta all’uso, che potrà cioè essere applicata in caso di elezioni. Una legge proporzionale, senza ballottaggio, molto probabilmente con premio di maggioranza al partito che totalizza il 40%. Ma basterà, la sentenza della Consulta per andare a votare in questa primavera?
Lega e Movimento 5 stelle sono per andare al voto il prima possibile, con la legge elettorale che uscirà dalla sentenza della Corte Costituzionale per la Camera e il Consultellum per il Senato. Frena invece Forza Italia, secondo cui spetta al Parlamento metter mano alla legge elettorale. Ai renziani del Pd non dispiacerebbe andare al voto già a giugno, ma la minoranza del partito non nasconde di volere che Gentiloni arrivi a fine legislatura. Fra i dem si respira un’aria di sospetto e diffidenza: qualcuno teme che Renzi abbia già avviato una trattativa con Berlusconi, mentre i renziani sospettano che esponenti di altre aree del partito stiano lavorando per allungare la vita al governo attuale. Insomma, non potrebbe bastare che la Consulta abbia fatto il ‘loro’ lavoro consegnando al Parlamento una legge elettorale ‘costituzionale’. Insomma, chi vivrà voterà, non si sa bene come e quando, ma prima o poi voterà. Il problema poi sarà tutto nostro: per chi votare?

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