In forte calo il potere di acquisto delle famiglie: -3,7%!

Che gli stipendi e le pensioni degli italiani siano fermi da vent’anni ed erosi dall’inflazione è come scoprire l’acqua calda!
Che le famiglie italiane che campano di stipendio fisso abbiano tagliato il superfluo e qualcosa in più per arrivare a fine mese è sotto gli occhi di tutti!
Che il carrello della spesa costi sempre di più è fattuale!

Secondo la Coldiretti accelerano i prezzi dei beni alimentari che aumentano in media del 12,9% con punte massime del 55% per lo zucchero di cui l’Italia è fortemente deficitaria e del 44% per l’olio di semi, soprattutto quello di girasole, che risente della guerra in Ucraina che è uno dei principali produttori. Ad aumentare – sottolinea la Coldiretti – sono sia i prezzi degli alimentari non lavorati (+8,7%) che soprattutto quelli lavorati (+15,5%) che risentono del balzo dei costi di produzione legati alla trasformazione e dal confezionamento.

Ma qualora l’evidenza dei fatti non fosse sufficiente a comprendere quanto potere d’acquisto abbiano perso le retribuzioni degli italiani, interviene l’Istat a certificarlo.

Infatti secondo le recenti stime dell’istituto di statistica il potere di acquisto delle famiglie è andato giù del 3,7%.

Nel quarto trimestre 2022 il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è aumentato dello 0,8% rispetto al trimestre precedente, mentre i consumi finali sono cresciuti del 3%. La propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è stata pari al 5,3%, in diminuzione di 2 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. A fronte di una variazione del 4,7% del deflatore implicito dei consumi, il potere d’acquisto delle famiglie è diminuito del 3,7% rispetto al trimestre precedente. Lo comunica l’Istat.

Per quanto riguarda le imprese, illustra ancora l’istituto di statistica, la quota di profitto delle società non finanziarie, pari al 44,8%, è aumentata di 1,9 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. Il tasso di investimento delle società non finanziarie, pari al 24,4%, è diminuito di 0,4 punti percentuali rispetto al trimestre precedente.

A febbraio, rispetto al mese precedente, le vendite al dettaglio risultano in diminuzione sia in valore sia in volume. A livello merceologico, il calo congiunturale di febbraio riguarda, per la prima volta dopo cinque mesi, anche il valore dei beni alimentari, fa sapere ancora l’Istat. Su base tendenziale, invece, continua l’andamento già evidenziato negli ultimi mesi. Per entrambi i comparti di vendita, infatti, si registra un aumento in valore e un calo in volume. Tutte le forme distributive sono in crescita, in particolare la grande distribuzione e, all’interno di questa, i discount.

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6 Responses

  1. Serenella Rm ha detto:

    Aumenta l’inflazione, il costo della vita le tasse, ma la busta paga mai! VERGOGNA!

  2. Sanna FI ha detto:

    Un litro di latte è arrivato a costare 2 euro, ma il mio stipendio è sempre fermo a 1.200 euro!

  3. Andre'77 ha detto:

    Come mai deputati e senatori adeguano sempre e subito i loro stipendi a qualsiasi evento inflattivo?

  4. Lo Zio ha detto:

    Alle buste paga dopo il passaggio Lira/Euro, guerre, pandemie, caro bollette, ecc, ecc, mancano MILLE EUURO!

  5. vale'88 ha detto:

    I soldi ci sono per tutti, ma non per gli italiani onesti e per bene che sopravvivono con quattro soldi

  6. Wax ha detto:

    E’ la solita tiritera, ma tanto a noi dipendenti a busta paga non ci pensa nessuno se non il FISCO!!!!

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