Il tribunale di Napoli sospende la riforma dello Statuto M5s. Conte decade da presidente dei grillini.

di Attilio Runello. “Il Tribunale Civile di Napoli, in sede di reclamo, ha disposto la sospensione dell’efficacia delle votazioni con cui nell’agosto 2021 è stato modificato lo statuto del Movimento 5 stelle e anche l’elezione di Giuseppe Conte alla presidenza, carica prevista dallo stesso statuto”. Lo conferma l’avvocato Lorenzo Borré, legale che ha sostenuto il ricorso di tre militanti, in rappresentanza di diverse centinaia di iscritti che hanno partecipato al pagamento delle spese legali con una raccolta di fondi.grillo conte

Decade, quindi, Conte dalla sua carica di presidente dei pentastellati, che lo aveva fatto diventare punto di riferimento per il Movimento. Decade a causa di ricorsi che erano stati presentati da attivisti del movimento, che si erano sentiti esclusi. E a causa della decisione del tribunale di Napoli che ritiene che nelle votazioni per lo statuto dello scorso agosto erano stati esclusi circa un terzo degli iscritti.

Conte aveva tentato di voler costruire un movimento/ partito che parlasse con una voce sola.

Dì Maio si era già defilato da questa scelta autosospendendosi dal Comitato di garanzia di cui fanno parte anche Virginia Raggi – amata dal movimento – e Roberto Fico.

Lo scontro fra Conte e Di Maio riguardava l’elezione del presidente della Repubblica. Ma Di Maio parla proprio della necessità di sentire maggiormente le varie anime del movimento.

Con questa decisione del tribunale la palla ritorna nelle mani di Grillo, il garante.

Comunque si tratta di un grave smacco per Conte. Su un piano politico si tratta di vedere quali saranno le decisioni di Grillo da una parte e la ricaduta nei sondaggi di queste decisioni.

È possibile che l’elettorato gradisca al posto di un presidente che guidi il movimento con una voce sola un comitato che sia espressione delle varie anime.

A Conte sembra che non gli si perdoni un tentativo, da lui negato, di accordi con la Lega per sostenere la Belloni, scelta criticata solo in quanto la Belloni è attualmente direttore dei servizi segreti.
Un incontro successivo fra Di Maio e la Belloni ha confermato la stima di cui gode l’alto funzionario che ha diretto in passato il ministero degli Esteri, provenendo dalla carriera diplomatica.

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12 Responses

  1. Yanez ha detto:

    A Milano la sicurezza è un problema e la totale assenza di strategie d’accoglienza ne è parte. Questo è un dato di fatto che viene però ignorato dalla sinistra, la quale preferisce raccontare altre verità pur di non ammettere il fallimento dell’ideologia buonista dell’accoglienza a tutti i costi.

    Il ministro Lamorgese, al termine del vertice in prefettura con il sindaco di Milano, relativamente alle violenze di capodanno, ha detto che “coloro che hanno usato violenza sono ragazzi, cittadini italiani di seconda generazione, quindi non unirei il discorso immigrazione con le violenze che purtroppo avvengono anche da parte di cittadini italiani”.

    Ma il ministro dell’Interno ha detto una mezza verità, essendo già tre gli stranieri in carcere per quei fatti. Gli ultimi sono stati arrestati nelle scorse ore. Silvia Sardone, consigliere in forza alla Lega al Comune di Milano, da prima che l’emergenza sicurezza raggiungesse il livello massimo d’allerta, cerca di accendere i riflettori sul tema ma la sinistra è sempre stata sorda da quell’orecchio. L’abbiamo raggiunta subito dopo il termine del vertice in prefettura tra il sindaco, il ministro, il capo della polizia e il prefetto.

    Qual è l’incidenza della matrice straniera sui reati sessuali a Milano?

    “Dai dati in nostro possesso, riportati nell’ultima classifica nazionale sui reati del Sole 24 Ore che vede Milano capitale italiana del crimine, sappiamo che le denunce contro stranieri sono il 57%: un dato allarmante se consideriamo che gli stranieri regolari rappresentano circa il 20% della popolazione milanese. Per quanto riguarda le violenze sessuali, è sotto gli occhi di tutti, tranne della sinistra che fa finta di non vedere, la maggiore propensione da parte degli stranieri, specialmente nordafricani come ci insegnano gli episodi vergognosi di capodanno e di Cascina Gobba, a molestare e aggredire donne di qualsiasi età. Quasi nella metà dei casi i responsabili non sono italiani. A San Vittore il 75% dei detenuti è straniero: qualcosa vorranno pur di dire questi numeri…”.

    Eppure, sembra che Sala si sia accorto solo ora dell’emergenza sicurezza. Quante sono state le denunce per molestie a Milano nell’ultimo anno?

    “Parliamo di circa 15 denunce all’anno ogni 100.000 abitanti a Milano, numeri importanti che fotografano un vero e proprie dramma. Dietro ogni violenza c’è una mamma, una moglie, una figlia, donne che vengono molestate, aggredite, violentate e umiliate da balordi senza scrupoli che spesso non hanno alcun diritto a stare nel nostro Paese. Clandestini che la sinistra ha accolto nella nostra città per poi abbandonarli al loro destino. Le responsabilità dell’amministrazione comunale sono tante”.

    Perché non destinare più forze dell’ordine al controllo del territorio?

    “Il vertice di ieri in prefettura col ministro Lamorgese non ha prodotto i risultati sperati perché 255 uomini poliziotti che verranno assegnati a Milano, tra l’altro non tutti fin da subito, non bastano. E non posso non far notare che il sindaco Sala si sia accorto di questa problematica ora, eppure è stato proprio lui a mettere in smart working la polizia locale anziché impiegarla sul territorio per la prevenzione e il contrasto dei reati. Sala è il sindaco del giorno dopo e sulla sicurezza è assolutamente inesistente. Lo dimostra il fatto che come assessore alla partita abbia scelto Granelli, colui che la notte di capodanno via social aveva spiegato che stava andando tutto per il meglio… È irrispettoso ridurre un allarme sentito e percepito all’emotività da social”.

  2. Benito ha detto:

    Milano come Colonia. L’equazione era emersa subito dopo Capodanno quando s’intuì che gran parte dei responsabili delle violenze di stampo sessuale in piazza Duomo e dintorni erano giovani immigrati di seconda o terza generazione di origine mediorientale o nordafricana e di religione musulmana. Ma la grande domanda era quando e come si fosse creato l’«humus sociale» capace di generare anche nella città lombarda azioni di branco simili a quelle viste in Germania sei anni prima. O, per meglio dire, quali fattori avessero contribuito a ricreare nel capoluogo lombardo quell’effetto «banlieue» riscontrato in precedenza in Francia, Germania Gran Bretagna e in alcuni paesi del nord, ma non nel nostro paese. Per capirlo bisogna rivolgersi alla signora Luciana Lamorgese.

    Non, però, alla Lamorgese ministro dell’Interno, bensì a quella che dal febbraio 2017 al novembre 2018 coordinò da Prefetto la piazza di Milano d’intesa con la giunta di centro sinistra del Sindaco Giuseppe Sala. In quei 20 mesi la Lamorgese utilizzò il capoluogo lombardo come banco di prova per un esperimento sociale, assai caro alla sinistra, battezzato «accoglienza diffusa». Alla base dell’esperimento vi era la convinzione, confermata dal Prefetto in un seminario della Diocesi di Milano, che «chi scappa dalla fame ha diritto a trovare condizioni di vita migliori». Un concetto umanamente apprezzabile, ma pericoloso se trasformato in regola dell’accoglienza. Declinato in quella forma porta infatti a cancellare qualsiasi differenza tra i migranti «regolari» in fuga da guerre persecuzioni e carestie, e quindi meritori di asilo in base alla Convenzione di Ginevra, e quelli invece da rimpatriare in quanto mossi dalla mera ricerca di condizioni di vita migliori. L’annullamento di quella sostanziale distinzione, punto cardine dell’accoglienza in tutta Europa, diventa ancor più pericolosa se a introdurla è il responsabile di una Prefettura da cui dipende la valutazione delle richieste di asilo. Ma alla generosità nel valutare e approvare le richieste d’asilo si aggiunse, durante il mandato del Prefetto Lamorgese, l’utopia dell’«accoglienza diffusa».

    Il progetto, assai caro agli esponenti più a sinistra della giunta milanese come l’allora assessore alle politiche sociali Pierfrancesco Majorino, si basava sulla convinzione di poter garantire l’integrazione togliendo i migranti dal centro di Milano per disseminarli nei 134 comuni dell’hinterland. Il progetto, ben in linea con la geografia elettorale di un Pd che raccoglie consensi soprattutto nei centri delle grandi città, doveva però superare la comprensibile riluttanza dei sindaci. Fino a quel momento, infatti, soltanto 38 comuni avevano aderito all’«integrazione diffusa». Per superare quella riluttanza e ottenere una piena disponibilità la Lamorgese non esitò a rammentare ai sindaci meno collaborativi che tra i poteri del Prefetto rientrava l’eventuale apertura di Centri di Accoglienza Straordinaria (Cas) anche senza il consenso delle autorità locali. In questo modo Prefetto e Comune di Milano riuscirono a spostare nell’hinterland all’incirca 5mila migranti. A fonte di questo risultato, apparentemente positivo, nessuno si preoccupò di considerare che lo spostamento di una simile massa di individui, in gran parte nord africani e musulmani, avrebbe generato quella difficoltà d’integrazione delle seconde e terze generazioni già registrati nel resto dell’Europa. E così, mentre la Lamorgese ha nel frattempo incassato la promozione a Ministro garantitagli dal Pd, Milano paga i suoi errori.

  3. Perla ha detto:

    Il miliardario conservatore Peter Thiel ha annunciato le sue dimissioni dal consiglio di amministrazione di Meta, la società che gestisce a sua volta Facebook. Thiel ha fatto sapere che si dedicherà a sostenere nei prossimi mesi i candidati pro-Trump alle elezioni di medio-termine. Questo ci conferma due cose. La prima è che se Thiel vuole dedicarsi a sostenere la causa di Trump è perché ritiene con ogni probabilità vicino un suo ritorno. La seconda è che Thiel ha salutato Zuckerberg non appena ha visto che la nave di Facebook sta affondando inesorabilmente. Il 2022 si è presentato come un anno di grandi cambiamenti e tra questi potrebbe esserci quello che porterà la fine del regime dei social.

  4. IVSN ha detto:

    Giorgetti ormai è un uomo che vive nella paura. È la paura di chi ha compreso che davanti a sé c’è solo il baratro. È la paura di chi ha compreso che i referenti sovranazionali hanno lasciato al suo destino la corrotta classe politica della seconda Repubblica in via di estinzione. Giorgetti è arrivato a dire che il futuro dell’automobile rischia di finire in mani straniere, quelle della Cina, per via del suicida passaggio all’energia elettrica. L’eminenza grigia della Lega però non si è accorto che purtroppo le sorti del settore automobilistico Italiano sono già consegnate al di fuori dei confini nazionali.

    Se è interessato a saperne qualcosa di più può chiedere notizie ai suoi amici Elkann che nel giro di 25 anni hanno consegnato l’industria automobilistica Italiana alle corporation straniere. Ciò che più rileva dal comportamento di Giorgetti è la consapevolezza che si sta per chiudere un’epoca. È la consapevolezza di chi sa che i partiti del regime di Draghi saranno coloro che porteranno sulle proprie spalle il tracollo economico di quella che fu la quarta potenza industriale al mondo. Soltanto una cosa sembra ancora non aver compreso Giorgetti. È troppo tardi per le giravolte dell’ultimo momento. Il tempo ormai è scaduto.
    https://www.agi.it/economia/news/2022-02-07/auto-vertice-impegno-ue-giorgetti-15536597/

  5. Flavio Ezio ha detto:

    E’ stato il televirologo filogovernativo che più di tutti ha spinto per le restrizioni anticovid e per le vaccinazioni. Adesso una clamorosa retromarcia, almeno sul lasciapassare verde. L’infettivologo del San Martino di Genova si scaglia contro il discriminatorio Green pass, semplice e rafforzato, e si appella ai cittadini che se la situazione della certificazione verde dovesse perdurare oltre il 31 marzo (fine dello stato di emergenza), meglio che tutti scendano in piazza. Una posizione dura, quella di Bassetti, con cui in qualche modo replica senza citarlo a Walter Ricciardi, consulente ascoltato del governo nonché spalla del ministro Speranza, il quale ha sostenuto come fosse “giustissimo prorogare il sistema del Green pass in Italia oltre l’estate”.
    “Se il Green pass” covid in Italia – replica a stretto giro Bassetti all’Adnkronos Salute – “è stato messo per far vaccinare la gente, e io l’ho sempre sostenuto per questo, allora dovrebbe esaurire il suo compito, se invece il Green pass è stato messo per altro allora devono spiegare ai cittadini la ragione per cui l’hanno messo. Io da medico, oltre il 31 marzo non lo sostengo. Quindi sarà una decisione politica, non sanitaria e dovranno spiegarlo agli italiani. Però a quel punto non ci sarà soltanto chi c’è stato fino ad oggi in piazza, ma ci saranno tutti perché non avranno più nessuno che li difende”. L’infettivologo ligure aggiunge che “se si tratta di prorogare il Green Pass per prendere un aereo, un treno o per entrare in un ospedale o in una Rsa mi pare corretto ma se si tratta di estendere il Green pass così come è oggi che anche per andare a prendere un pacchetto di sigarette o un caffè devi mostrarlo, mi pare un mostrare i muscoli che non so a cosa serva”, sottolinea Bassetti.

    In sostanza, “se al 31 marzo siamo arrivati a far vaccinare il 90% degli italiani che sommati a quelli che hanno fatto la malattia naturale e sono guariti, vuol dire avere quasi un 97% di immunizzati, e per quelli più a rischio che sono gli over 50 gli abbiamo messo l’obbligo vaccinale per cui non possono andare a lavorare se non si vaccinano, mi si deve spiegare la ragione per cui si continua con il Green Pass”.

    “Io – ricorda Bassetti – ho subito per il Green Pass scorte, minacce di morte, perché l’ho sempre sostenuto come strumento per far vaccinare la gente. Esaurito quel compito, è indifendibile. Anche perché se guardiamo intorno a noi non mi pare che altri Paesi lo continuino a tenere una volta che hanno in qualche modo raggiunto l’obiettivo. L’obiettivo è raggiunto al 31 marzo, quindi con la fine dell’emergenza deve finire il Green pass. Prorogarlo oltre il 31 marzo – insiste – la ritengo una stupidaggine, che finirà per penalizzare pesantemente il nostro Paese rispetto al resto d’Europa. E il conto, – conclude – quando saremo un Paese che la gente non vorrà visitare, bisogna vedere a chi presentarlo”.

  6. Amen ha detto:

    Sul serio qualcuno si fa intimidire da due abbaiate di Ricciardi, consulente esterno di Speranza, e Locatelli, presidente di un organismo non governativo in via di estinzione quale il CTS? Queste due figure contano come il due di coppe quando briscola è bastoni. Sto vedendo dei titoli di giornali, area centrodestra, che rilanciano a nove colonne le dichiarazioni di due soggetti che non contano nulla. L’unica cosa che conta è ciò che farà questo debole e diviso regime. E in questo debole e diviso regime non si contano ormai le ritirate in ordine sparso dei vari esponenti che annunciano la fine dello stato di emergenza e del passaporto vaccinale razziale.

    Non bisogna immaginare nulla. Bisogna solo guardare i fatti. Tutti quanti si stanno precipitando a fuggire da una operazione terroristica che ormai è fallita. Tutti si illudono in questo modo di salvarsi dallo tsunami politico ed economico in arrivo. Le dichiarazioni di due esterni senza potere, quali Locatelli e Ricciardi, servono soltanto come viatico psicologico per far credere che tutto resterà immutato ma tutti nello stato profondo Italiano, compresi i due personaggi in cerca di autore, sanno che non è più possibile proseguire l’esecuzione del piano di Davos. La farsa pandemica era iniziata globalmente perché il suo scopo era quello di portare in essere un supergoverno mondiale. Una volta che viene meno la globalità di questa operazione, viene meno la condizione stessa che la tiene in vita. Ricordate a questo proposito le parole pronunciate da Vladimir Putin al discorso di fine anno. Il mondo quest’anno sarà testimone di un piacevole cambiamento.

  7. Carletta ha detto:

    Un altro degli uomini di questo decadente regime, Costa, ribadisce che lo stato di emergenza non sarà prorogato oltre il 31 marzo. Ormai si stanno scoprendo troppo su questo punto e appare impossibile che possano fare diversamente viste queste dichiarazioni pubbliche così nette. Queste dichiarazioni hanno quasi il sapore di una resa. Gli uomini del regime di Draghi stanno uscendo con le mani in alto.
    https://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/covid-costa-lo-stato-d-emergenza-non-sara-prorogato-oltre-il-31-marzo_45470002-202202k.shtml
    Tgcom24
    Covid, Costa: “Lo stato d’emergenza non sarà prorogato oltre il 31 marzo”
    “Lo stato d’emergenza non sarà prorogato oltre il 31 marzo”. Lo ha detto il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, intervenendo alla trasmissione televisiva “Tagadà”. “L’obiettivo del governo – ha sottolineato – è questo

  8. Sandokan ha detto:

    Tutta l’instabile impalcatura che lo stato profondo Italiano aveva eretto per il M5S è crollata nel giro di mezza giornata. I poteri forti avevano deciso che ormai era tempo di convertire definitivamente l’opposizione controllata che hanno creato in un partito di sinistra radicale che facesse da stampella al PD. Il passaggio di consegne a Conte serviva esattamente a completare questa transizione. Il M5S però non è un partito strutturato con regole certe. È una vera e propria groviera giuridica e ieri un giudice ha stabilito che Giuseppe Conte non è il leader di questo movimento, ormai politicamente morto.
    Ciò che ci interessa di più non è tanto l’epilogo di un movimento che ha portato sugli scranni parlamentari i peggiori scarti della società Italiana. Ciò che ci interessa di più è che si sta sbriciolando la corrotta classe politica del Paese. Il centrodestra che era una sorta di Frankenstein politico è tornato definitivamente nel posto che gli appartiene, ovvero il cimitero. Il M5S è dilaniato dalle sue stesse lotte intestine. Presto emergeranno anche i conflitti decennali nel partito tradizionalmente più rappresentativo del potere globalista, il PD. La storia ha aperto un cratere che sta ingoiando quel che resta di una marcia classe dirigente che non ha fatto altro che mandare al macero il Paese pur di compiacere i suoi padroni esteri.
    https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2022/02/07/tribunale-inefficaci-modifiche-statuto-m5s-e-elezione-conte_c8746310-fc5a-4232-a037-fe108495337f.html

  9. Morgan ha detto:

    Cosa serve mantenere 945 parlamentari nella bambagia, se dal 2020 ad oggi a decidere è il Governo a colpi di DPCM e DECRETI LEGGE?
    Facciamo fare tutto al governo alla fine risparmiano un mucchio di soldi

  10. Over50 ha detto:

    Il prof.Locatelli, capo del CTS vorrebbe prorogare il green pass anche dopo l’estate per punire coloro che non si sono voluti vaccinare. Questa è l’ennesima dimostrazione di quanto la democrazia ed i diritti costituzionali, in Italia siano fragili, una qualsivoglia emergenza è più forte della Costituzione.

  11. Anonimo ha detto:

    A Ravanusa ci fu un’esplosione nella quale morirono delle persone.
    Ci furono dei funerali di Stato e lutto nazionale. Incredibile alle famiglie delle vittime è arrivato il conto da pagare 10.000 €. Solo in Italia possono accadere simili cose.

  12. Ogan ha detto:

    Domenica 6 c.m. a Torino un nutrito gruppo di senegalesi che festeggiava rumorosamente la vittoria calcistica del SENEGAL alla Coppa d’Africa, ha messo in fuga la Polizia intervenuta.
    I manganelli contro gli studenti, contro i senegalesi è meglio fuggire

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