Il Pd non si illuda, Macron assomiglia più a Monti che a Renzi.

di Luca Telese. Ha vinto Macron, ha perso la Le Pen, come scrive Liberation. Ha vinto la riassicurazione ha perso l’idea di smontare l’euro, ha vinto la continuità. Emanuele Macron è un candidato che assomiglia più a un Mario Monti più giovane che a un nuovo Matteo Renzi. È un candidato delle elitès, un uomo della classe dirigente, un leader liberista. Renzi è partito dal centro (la sua antica identità era la Margherita) per conquistare la sinistra,

assumendo la leadership di un partito tradizionale, Macron è partito da una antica militanza socialista, per costruire un nuovo movimento – En Marche! – collocato al centro. In Francia (come già in Spagna) ha vinto la “paura della paura”. La Paura di Marine Le Pen – cioè – ha vinto sulla Paura per la globalizzazione che la Le Pen rappresentava. Il voto a Macron “stabilizza” la Francia, ma crea un secondo partito francese: quello di coloro – 16 milioni di francesi – che non hanno votato al ballottaggio. Le prime analisi dei flussi ci dicono che la maggior parte degli elettori che aveva scelto la sinistra di Melenchon, la maggior parte degli elettori che avevano scelto i socialisti (di sinistra) di Hamon, e la maggior parte di quelli che avevano scelto Fillon (candidato di destra) hanno votato scheda bianca. Il che significa che la maggioranza degli elettori non sono soddisfatti della risposta di Macron.Il nuovo presidente della Francia, per dare un segnale, festeggia la sua vittoria con l’inno alla gioia (l’inno dell’Europa) prima che con la Marsigliese. Questo dà la dimensione della sfida e dell’intenzione di Macron. Riuscirà il neo eletto a coniugare il vicolo europeista e il rigore con la tenuta del consenso? Riuscirà a realizzare le riforme e le liberalizzazioni che ha annunciato (sanità, pensioni e lavoro) mantenendo il consenso? I voti che Macron ha aggregato “contro”, funzioneranno anche “per”? La risposta a questa domanda riguarda anche l’Italia, e il resto dell’Europa. Anche perché il voto in Germania, che molto probabilmente arriverà prima delle politiche in Italia, chiuderà il grande test che stiamo vivendo, e ci dirà se anche la locomotiva d’Europa resterà con i motori accessi sulla rotta del rigore. Marine Le Pen cambierà nome al suo Front National: ha raddoppiato i voti di suo padre, ma è ancora legata – per i francesi – all’immagine della destra estrema. Finché avrà questa maschera le sarà difficile essere competitiva per le presidenziali: ma già fra un mese entrerà nella campagna delle politiche con la possibilità di eleggere una corposa pattuglia di deputati all’Assemblea Nazionale. La partita che Macron ha vinto oggi, infatti, si gioca in due turni, e si chiude quando sarà eletto il nuovo parlamento. Oggi – però – ha vinto “il rinnovamento nella continuità” proposto da Macron.

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