Il governo Monti ha fallito su tutta la linea.

Lavoro. Casa. Salute. Famiglia. Scuola. Questi i capisaldi della gente per bene di un Paese che lavora, produce e vive onestamente. Questi i barili dai quali il governo non si stanca mai di attingere fino a raschiarne il fondo per coprire i costi di gestione di una macchina pubblica vecchia e obsoleta, ma dai costi elevatissimi. Ci avevano detto che con Berlusconi il debito pubblico era fuori controllo, così come la disoccupazione che stava salendo e che lo stesso Silvio non era in grado di fermare la crisi e ridurre lo spread. Oggi – dopo la cacciata del Cavaliere, senza rimpianto – ci ritroviamo con un debito pubblico ai massimi storici, con stipendi e pensioni da fame, con una disoccupazione da record, con la casa tar-tassata dal fisco e con lo spread che fino a questa estate era sugli stessi livelli del governo Berlusconi e che soltanto adesso – grazie alla troika (che però ci ha lasciato in mutande!!!), ma certamente non grazie a “loro” – accenna a scendere. L’Italia è allo sbando, in preda agli umori dei mercati: sono 30mila i posti letto da tagliare negli ospedali italiani. Questi gli effetti dei tagli previsti per la Sanità. E alle Regioni toccherà il compito di tradurre il diktat del governo: risparmiare. Tagli che comporteranno meno ospedali e, di conseguenza, meno posti letto. Lo stabilisce il documento redatto dal ministero della Salute in collaborazione con l’agenzia per i servizi sanitari. Negli ospedali i posti letto oggi sono 4,2 ogni mille abitanti, ma nel progetto di riduzione scenderanno a quota 3,7: Lazio, Trentino e Molise sono le Regioni a cui toccherà tagliare di più. E poi la stangata sulla casa con il saldo Imu che dovrà essere versato entro il 17 dicembre. E dalle prime stime, sembra che in gran parte abbiano optato per ritoccare le aliquote al rialzo. Le aliquote base sono il 4 per mille sulla prima casa, che può salire o scendere, a discrezione delle amministrazioni locali, del 2 per mille, mentre sulla seconda casa l’aliquota base è del 7,6 per mille, che può variare, al ribasso al rialzo, del 3 per mille. A comunicare le loro decisioni al ministero dell’Economia sono state finora la metà delle amministrazioni comunali. Il 78% hanno aumentato le aliquote, il 20% non hanno toccato nulla, mentre soltanto 2 su cento hanno scelto la via della diminuzione. E’ un’ecatombe! Altro che crescita! Altro che sviluppo!!! L’Italia di Monti e Napolitano ha fallito! Non ce l’ha fatta a venire fuori dalle paludi del debito pubblico e della speculazione dei mercati. L’Italia non cresce. Tutt’altro, rischia di spegnersi! Nonostante i sacrifici, nonostante le tasse, nonostante ‘tutto’, siamo in recessione! Mandare a casa Silvio Berlusconi, senza passare per le urne, non è stato utile né alla democrazia, né al Paese, ma è servito solo agli speculatori della finanza e della politica! Eppure certi ‘tromboni’ ci avevano assicurato che la crisi dipendeva solo dall’uomo di Arcore e dalla sua scarsa credibilità all’Estero. Ci hanno fatto credere, per anni, che solo liberandoci di Berlusconi, solo diventando più ‘credibili’, di costumi morigerati e di usi meno dissoluti, insomma con un premier più sobrio, lo spread si sarebbe abbassato, che Piazza Affari avrebbe rivisto il segno ‘+’ davanti ai suoi indici e che tutto ciò si sarebbe tradotto in un immediato vantaggio per la gente per bene! E molti di noi se la sono pure bevuta!!! Ma oggi, col senno di poi, possiamo dire con assoluta certezza che non è andata proprio così! Il governo Monti ha fallito su tutta la linea. E per avere dei servizi da terzo mondo dobbiamo continuare a mantenere con le nostre lacrime e con il nostro sangue una macchina pubblica che – stipendi e pensioni d’oro a parte – divora tre, quattro manovre finanziarie all’anno!

You may also like...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *