Il canone Rai passa da 90 euro a 70!

di Attilio Runello. Con l’approvazione della legge di bilancio lo Stato verserà alla Rai in tre tranche quattrocentoventi milioni. Il contributo supponiamo serva a compensare i mancati introiti alla Rai per la riduzione del canone TV da novanta a settanta euro.

Infatti i due terzi delle entrate della Rai – che conta su circa dodicimila dipendenti di cui duemila giornalisti – provenivano dal canone.

Rispetto alle emittenti private infatti è molto minore l’introito pubblicitario. È anche vero che la frequenza con cui la pubblicità interrompe la fruizione dei programmi è molto più bassa.

Una Rai dunque che è chiamata ancora di più se possibile a svolgere un servizio pubblico che non deve essere soltanto lo specchio dei salotti bene del paese, ma che deve riflettere soprattutto la molteplicità di comunità che vivono sparse sul territorio nazionale che ha quasi ottomila comuni.

“Comunità” che finiscono in Tv solo se c’è un fatto di cronaca, altrimenti vengono relegate ai giornali locali. Ma se non si occupano del Paese a che cosa servono duemila giornalisti alla Rai? A sapere che cosa ha detto tutte le mattine il politico di turno?

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