Giorgia Meloni: “L’unica cosa che mi interessa è il consenso dei cittadini”.

“Lo ha portato l’elmetto?”

Chiede il conduttore di Dritto e Rovescio su Rete 4, Paolo Del Debbio, al suo ospite in studio, Giorgia Meloni, riferendosi ad una recente frase del presidente del Consiglio.

“Ce l’ho, ce l’ho, ci dormo anche”, risponde Meloni.

Quando abbiamo vinto le elezioni gli avversari scommettevano sul nostro fallimento e sulle nostre divisioni. Ma ora si è visto che il centrodestra è compatto.

Poi scommettevano sul fatto che saremmo stati isolati sul piano internazionale, ma l’Italia ora è più centrale che mai.

Poi dicevano che avremmo affossato il Pnrr, ma siamo i primi nell’attuazione del piano.

Poi i dati economici: avremmo dovuto portare il Paese a fondo ma i numeri dicono tutto il contrario.

E dopo tutto ciò emerge la natura livorosa dei nostri avversari: accadrà di tutto da qui alle Europee.

Ma la cosa non mi interessa, l’unica cosa che mi interessa è il consenso dei cittadini.

Poi un passaggio sulla criminalità. “Il problema delle baby-gang e della delinquenza minorile è stato lungamente sottovalutato – rimarca Meloni -. Si pensi all’intervento del governo su Caivano: lo Stato ha smesso di girarsi dall’altra parte. Ma una politica seria deve mettere la faccia soprattutto sulle sfide difficili. Noi abbiamo introdotto la fattispecie: se viene trovato sopra i 14 anni con un’arma carica è possibile intervenire con l’arresto. La sinistra buonista dice che la Meloni vuole arrestare i bimbi? Provate a dirlo alla madre di Giogiò, ammazzato da un minorenne per il parcheggio di un motorino”, attacca il premier riferendosi al drammatico caso di cronaca di cui si è parlato anche al recente Festival di Sanremo, dove ha parlato dal palco la madre del ragazzo ucciso.

Ma le parole più attese della Meloni erano quelle sul caso-dossieraggio esploso negli ultimi giorni:

Come spiegare il caso-dossieraggio? Una questione molto brutta ma molto semplice da spiegare:

alcuni funzionari dello Stato italiano, pagati con soldi pubblici, accedono a banche dati che dovrebbero essere utilizzate per combattere la mafia per passare informazioni sensibili su politici considerati non amici ad alcuni giornali, in particolare a quello di Carlo De Benedetti, tessera numero 1 del Pd.

E leggevo dalle notizie di oggi, alcune informazioni sono state passate all’attuale responsabile della comunicazione del Pd.

Il tutto per lanciare campagne di fango su politici considerati avversari. 

In Italia qualcuno ha messo in piedi metodi da regime illegale per gettare fango su chi non gli è simpatico.

Penso sia una cosa gravissima e molto più ampia di quel che stiamo vedendo, anche perché coinvolge anche persone normali.

Quali sono gli interessi?

Bisogna andare fino in fondo e ringrazio Melillo e Cantone: non basta sapere qual era il funzionario che violava la banca dati, bisogna capire chi sono i mandanti.

E quel che mi indigna ancor più del fatto in sé è che qualcuno prova a difendere quel che è successo trincerandosi dietro alla libertà di stampa.

Ma i metodi sono illegali e la libertà di stampa non c’entra: questo accade nei regimi, non nelle democrazie.

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3 Responses

  1. Yvan Rettore ha detto:

    X E.S. Mai affermato il contrario. Mi sono limitato a parlare del Premier Meloni, perché il testo si riferiva ad una sua dichiarazione che ho ritenuto opportuno commentare come ho fatto. Tutto qui.

  2. E.S. ha detto:

    X Yvan. L’unica missione dei nostri politici, di qualsiasi colore essi siano, è quella di farsi i fatti loro e dei loro amici. Al popolo una volta finivano le loro briciole, ma desso questi qua si mangiano pure quelle!

  3. Yvan Rettore ha detto:

    Questa frase rappresenta pienamente l’essenza del personaggio. Il consenso è talmente fondamentale per lei che mette in secondo piano il compito principale di un politico chiamato a dirigere il governo di un Paese, ovvero la difesa ad oltranza del bene comune e degli interessi di tutti i cittadini e non soltanto di una minoranza di essi. La ricerca del consenso in una simile prospettiva diventa quindi un modo per mantenere una situazione a garanzia e tutela di privilegi personali estesi a tutti coloro che fanno parte del suo mondo ristretto nonché a quelle strutture di potere finanziarie e sovranazionali a cui deve rendere conto e di cui ha dimostrato di essere una serva incondizionata. Ecco perché la sua dichiarazione appare del tutto sincera e del tutto estranea alla missione prioritaria che dovrebbe attuare un Presidente del Consiglio in carica.

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