Migranti. Stato, Chiesa e Cittadini: ad ognuno il suo mestiere.

“Do il benvenuto ai migranti, richiedenti asilo e rifugiati che, assieme agli operatori della Caritas Italiana e di altre organizzazioni cattoliche, sono segno di una Chiesa che cerca di essere aperta, inclusiva, accogliente. Cristo stesso ci chiede di accogliere i nostri fratelli e sorelle migranti e rifugiati con le braccia ben aperte. Proprio così, con le braccia ben aperte, pronte a un abbraccio sincero, affettuoso e avvolgente, un po’ come questo colonnato di Piazza San Pietro, che rappresenta la Chiesa madre che abbraccia tutti nella condivisione del viaggio comune”. Questo l’appello del Papa nell’Udienza generale di oggi a Piazza San Pietro. 
Il Papa fa il suo mestiere, e lo fa bene. Anche se poi, come capita a tutti i preti che predicano bene e razzolano male, lancia l’appello dell’accoglienza a braccia aperte e l’invito ad abbattere i muri, dall’alto delle solide e sicure ‘Mura Vaticane’. Lo Stato italiano e i cittadini italiani dovrebbe fare altrettanto bene il loro mestiere. Lo Stato, nel regolare i flussi migratori, perchè l’Italia, con tutti i problemi che ha, non è in grado di accogliere tutta l’Africa. I cittadini, nel non cadere nel pericoloso tranello di una guerra tra poveri e capire, una volta per tutte, che il nemico non è chi fugge dalla fame, dalla guerra, dall’oppressione e dallo sfruttamento, ma chi costringe a fuggire.

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