Crollano gli iscritti del Pd.

Sotto il governo Renzi non esiste un solo dato positivo. La disoccupazione è in costante aumento, salari e pensioni sono i più bassi d’Europa, il pil non cresce, i poveri sono in aumento, l’Italia è in piena recessione, la crescita è prossima allo zero, vantiamo il più elevato tasso di corruzione, il primato dell’evasione fiscale e i “soliti fessi” sono chiamati a versare nelle casse dello Stato i contributi più gravosi del mondo dacchè la tassazione in Italia è arrivata al 53%!!!
Negativo è pure il numero di tesserati del Pd che nel 2014 è letteralmente crollato, nonostante il grande successo alle elezioni europee. Nel 2013 i tesseramenti sono stati 539.534. Ad oggi, gli iscritti sono invece circa 100mila, mentre negli uffici del partito si sussurrerebbe addirittura di solo 60mila: in ogni caso, i numeri parlano di un calo clamoroso di almeno 400mila tesseramenti.Eppure basta poco per iscriversi al Pd: bisogna inserire nome e cognome, sesso, data e luogo di nascita, residenza, numero di telefono, mail per ricevere l’autenticazione, poi bisogna indicare una sezione e pagare con carta di credito il conto, appena 20 euro. Fatto ciò viene inviata la tessera digitale temporanea con numero di serie e firma del segretario nazionale, ovvero Matteo Renzi. Semplicissimo, come riporta “il Giornale”, riferendo che persino che Benito Mussolini si è iscritto al Pd, circolo di Predappio (Forlì). Il duce ha preso la tessera del Partito democratico online. Ma sarà iscritto solo per due giorni, per tutto il 2014, insomma. La tessera è costata 5 euro al giorno. Niente controlli, nessuna verifica sull’autenticità dei dati. L’unica avvertenza era: “Dichiaro che i dati inseriti sono autentici, completi, di non aver compiuto altre iscrizioni al Pd e sono consapevole che il conferimento di dati non conformi al vero o l’effettuazione di iscrizioni plurime verranno considerati alla stregua del rilascio di false dichiarazioni in scrittura privata dando luogo alle relative responsabilità, anche di natura penale”. Insomma se “il patto” del Nazzareno con Berlusconi ancora tiene, “il piatto”… piange!

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