La grande rapina.

di Beppe Grillo. I nostri creditori internazionali, in sostanza coloro che hanno comprato i nostri titoli pubblici, di cui detengono il 35% pari a circa 700 miliardi, di cui 156 miliardi di euro in mano a Germania, Francia, Bce e istituzioni finanziarie europee, li vogliono indietro senza fare sconti, senza mettere mano a una distribuzione del debito derivante dall’introduzione degli eurobond o dall’eliminazione del fiscal compact o dall’uscita dall’euro. Per pagare i creditori l’unica possibilità è la svalutazione del lavoro interno, trasformando gli italiani in schiavi moderni, e l’azzeramento dei diritti dei lavoratori e delle garanzie sociali.La politica del burattino Renzie che oltre a mantenere le promesse fatte a Bruxelles è tenuto per le palle da Berlusconi senza il quale il suo governo non durerebbe una settimana,
è quella di garantire i creditori e farlo sembrando di sinistra e contando balle è plus facile.
Prima di tutto bisognava parlare di “riforme” per far inghiottire il rospo
E fummo contenti per questa ventata d’aria nuova
Poi bisognava annullare il Senato elettivo
E fummo felici perché tutto sarebbe stato più veloce
Poi era necessario annullare il Parlamento a botte di decreti, alcuni neppure scritti
Ed esultammo per il decisionismo del Governo
Poi ci accorgemmo che nei decreti venivano annullati i diritti dei lavoratori
Ma ci spiegarono che era per far ripartire l’economia
l’articolo 18 in cambio di investimenti era un baratto che non si poteva rifiutare
Poi vennero la disoccupazione più alta d’Europa
e capimmo che eravamo una nazione di bamboccioni
poi le tasse più alte d’Europa
ma ce le meritavamo in quanto evasori
Le partite Iva vennero massacrate
ma era giusto così, avrebbero dovuto trovarsi un lavoro dipendente o emigrare, come tutti gli altri
Poi vennero a prendere gli extracomunitari
E fummo deliziati perché rubavano il lavoro agli italiani
(anche se di lavoro non ce n’era più)
Infine per far quadrare i conti rimanevano solo tre categorie di spesa,
in effetti le più costose per lo Stato.
Si trattava prima di demonizzarle e poi spolparle, un esercizio renziano già sperimentato con successo
Si alzò quindi l’età pensionabile fino a 70, poi 75, poi 80 anni, tutte pensioni d’oro sopra i 2000 euro e nessuno disse nulla, i vecchi non avevano pagato tutti i contributi, che volevano?
Poi si attaccarono gli sprechi della Sanità, esercizio facile facile in quanto infiltrata e corrotta in gran parte dai partiti in ogni Regione, per fare tagli lineari, si chiusero ospedali e nessuno fece un fiato
In ultimo vennero licenziati in massa i dipendenti pubblici additati come lazzaroni con una preventiva campagna d’odio che li contrapponeva ai privati
E tutti vissero infine miserabili e contenti.

Le entrate dello Stato (bilancio 2011) corrispondono a circa 450 miliardi tra imposte dirette (237) e indirette (174). Senza gli interessi sul debito pari a circa 100 miliardi, lo Stato produce un avanzo attivo. Più aumenta il debito, oggi arrivato a 2.157,5 miliardi, più vengono erose le spese correnti. Quindi o si riduce il debito uscendo dall’euro o si taglia tutto il tagliabile con il machete.
Le voci di spesa maggiori (che verranno toccate) sono:
– Pensioni: 261 miliardi
– Dipendenti pubblici: 163 miliardi
– Sanità: 111 miliardi

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