Coronavirus. Aspettando il vaccino, ecco le cure più efficaci.

di Redazione. La speranza di tutto il mondo è quella che quanto prima arrivi un vaccino in grado di “disinnescare” la bomba del Coronavirus.

In questo momento in Cina alcuni ricercatori stanno studiando l’utilizzo delle cellule staminali nel trattamento di persone con Covid-19, ottenendo dei primi risultati positivi: quattro pazienti affetti da Covid-19 e che hanno ricevuto tale trattamento sono stati dimessi dall’ospedale dopo il recupero.
L’Accademia cinese delle scienze ha quindi sviluppato un nuovo farmaco con cellule staminali, il “CAStem”, che ha mostrato risultati promettenti negli esperimenti sugli animali. Al momento è in corso uno studio clinico sulla sicurezza e l’efficacia della terapia.

Sulla base dei dati disponibili, tuttavia, l’Organizzazione mondiale della sanità ha suggerito una terapia antivirale sperimentale, correntemente utilizzata anche all’Istituto nazionale per le malattie infettive Spallanzani di Roma.
Tale terapia è basata su due farmaci: il lopinavir/ritonavir, un antivirale utilizzato per l’infezione da HIV e che mostra un’attività antivirale anche sui coronavirus; ed il remdesivir, un antivirale già utilizzato per la malattia da Virus Ebola e potenzialmente attivo contro l’infezione da nuovo coronavirus.

Tali farmaci, spiega l’Istituto, “sono indicati dall’Oms come i più promettenti sulla base dei dati disponibili”.

In Cina, buoni risultati ha dimostrato pure una terapia che utilizza il plasma dei pazienti guariti e uno dei malati di Covid-19, curato appunto con il plasma sanguigno raccolto da persone guarite, è stato dimesso nei giorni scorsi dall’ospedale della città-focolaio di Wuhan.

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1 Response

  1. Germany ha detto:

    Il coronavirus potrebbe essere sbarcato in Europa non a partire dall’Italia, ma dalla Germania: il primo caso sarebbe infatti quello di un tedesco di 33 anni, secondo quanto si è appreso da una lettera dei medici tedeschi pubblicata sul New England Journal of Medicine. Il giovane avrebbe manifestato i sintomi oltre un mese fa, il 24 gennaio, in una data molto antecedente rispetto al “paziente 1” di Codogno, in provincia di Lodi, ricoverato intorno al 21 febbraio.

    Secondo la lettera dei medici, il 33enne avrebbe partecipato ad un incontro di lavoro con una collega proveniente da Shanghai, rimasta in Germania dal 19 al 22 gennaio. La donna non aveva sintomi: dopo essere tornata in Cina però aveva iniziato a stare male ed era stata trovata positiva al coronavirus. Dopo i primi sintomi avvertiti il 24, il collega 33enne sarebbe poi tornato a lavoro il 27: nello stesso giorno è arrivata la notizia della positività della collega cinese, e sono iniziati i controlli sui dipendenti, tra cui il giovane, trovato positivo insieme ad altre tre persone.

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