Buoni pasto e cellulare aziendale invece dell’aumento di stipendio!

In questi tempi di vacche magre, non potendo praticare aumenti stipendiali al passo con il caro vita e per cercare di assicurare la cosiddetta “pace sociale”, le aziende italiane premono l’acceleratore su benefit e politiche di welfare aziendale che portano in alto il potere d’acquisto dei lavoratori dipendenti italiani del settore privato. I dipendenti pubblici, invece, restano fermi al palo, in attesa di vedersi recapitare in busta paga quei miserabili 80 euro lordi di rinnovo contrattuale! Come dicevamo, in un momento in cui gli aumenti retributivi sono ancora molto prudenti in attesa di una ripresa più sostanziosa,
secondo il 23° Rapporto sulle retribuzione elaborato da Od&m Consulting, sono proprio i benefit in busta paga e gli accordi di welfare aziendale a “salvare” la pace sociale e anche il portafogli degli italiani. Una strada sempre più percorsa dalle imprese italiane, come dimostrano anche i rinnovi di contratti di categorie portanti del manifatturiero italiano, a partire da quello dei metalmeccanici e dei chimici. L’indagine ha analizzato le buste paga di oltre 400.000 lavoratori del settore privato. Auto e cellulare aziendale, buoni pasto, sanità, previdenza e polizze integrative, costituiscono parti sempre più parti rilevanti e gradite della retribuzione di fatto del lavoratore: il “pacchetto” vale in media 22.500 euro l’anno per i dirigenti, 12.600 euro per i quadri, 5.650 euro per gli impiegati delle vendite. In generale comunque – a fronte di un’inflazione quasi zero – tutte le categorie hanno registrato anche aumenti della parte fissa del salario. I maggiori incrementi in percentuale li hanno ottenuti la categoria mediana dei “quadri” che hanno raggiunto i 58.900 euro di retribuzione totale annua (rta) per un aumento medio di categoria del 3,1% sul 2015. Seguono gli impiegati con 30.913 euro per un crescita pari al 2,1%, i dirigenti i 127.897 euro (+1,9%), gli operai i 26.351 euro (+1,1%). Il peso della retribuzione variabile su quella fissa resta abbastanza basso con valori che oscillano tra il 12,5% per i dirigenti e il 2,8% per gli operai, passando per il 7,1% dei quadri e il 3,1% degli impiegati.

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