Basta colpire i più deboli. Abbiamo già dato!

Basta colpire i più deboli. Abbiamo già dato!“. Questo lo slogan della protesta del pubblico impiego contro i tagli “lineari” previsti dalla spendig review. Stamattina uffici pubblici e ospedali sono rimasti semi deserti.  In testa al corteo lo stiscione “Ora equità, lavoro, diritti”. La manifestazione nazionale si è tenuta a Roma, con il corteo partito da Piazza della Repubblica, destinazione Piazza Santi Apostoli, dove i segretari generali di Cgil e Uil, Susanna Camusso e Luigi Angeletti, hanno tenuto il comizio conclusivo. Assente la Cisl che ha preferito… restare a casa! Di fronte alla crisi ed ai tagli della spending review, “bisogna aprire una nuova stagione di grande cooperazione tra tutti quelli che hanno a cuore il bene comune“, sostiene il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, che pur senza entrare nello specifico dello sciopero ‘separato’, aggiunge che “recriminazione e contrapposizione non portano a nulla“. Comunque sia, oggi hanno incrocito le braccia gli statali, i medici, i lavoratori degli enti locali, delle università e della ricerca, dei conservatori e delle accademie. Anche i militari hann protesto contro la spending rewiew e i tagli del governo. L’Assodipro, l’Associazione solidarietà diritti e progresso, che si batte per i componenti dell’esercito, è scesa in piazza con i militari, i quali sfilano con due striscioni che dicono “Tutela e diritti per i militari” e “Diritto di associazione per i militari”.Da oggi per ogni giovedì di ottobre in diverse basi dell’Aeronautica del Paese adotteremo l’unica forma di protesta che ci è consentita, quella di astenerci dalla mensa – ha spiegato il vice presidente di Assodipro -. Partecipiamo alla manifestazione perchè siamo anche noi dipendenti pubblici a tutti gli effetti. Oltre a rivendicare il diritto di poter costituire associazioni sindacali, come succede per le forze di polizia, intendiamo interloquire come parti sociali contro il previsto taglio del 10% del personale militare e il taglio, secondo il disegno di legge Di Paola (ministro della Difesa, ndr), di 30 mila militari in dieci anni: prepensionamenti che per noi significano licenziamenti all’unico scopo di recuperare risorse per gli armamenti dovuti a contratti stipulati con le lobby delle armi”. La protesta, complice il maltempo con qualche goccia d’acqua, ha mandato in til la città dove il traffico è letteralmente impazzito. Difficoltà, quindi, a muoversi e disagi nel ritirare un certificato o nel rispettare le visite mediche non urgenti. Lo sciopero no ha riguardato i trasporti (ad eccezione degli addetti dell’Anas e delle società del gruppo, come la società Stretto di Messina) e la scuola che invece sciopererà il 12 ottobre.

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1 Response

  1. Giacomo - TO ha detto:

    Colpire i più deboli, non è rischioso. Prendersela con multinazionali, banche, potentati economici invece è rischioso. Forte coi deboli e debole coi forti, questo è quello che è diventato il ns. sistema e non certo da oggi. Un poco di colpa l’abbiamo tutti noi, che non siamo in grado Gandianamente di protestare. Chi è causa del suo mal…

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