Anno nuovo, vita vecchia: italiani ancora impantanati nella crisi!

di Redazione. E’ ormai da più di un “ventennio”, esattamente da quando “mani pulite” ha spazzo via la democrazia cristiana e il partito socialista che l’Italia è rimasta impantanata nel tunnel della crisi più lunga e tormentata della sua storia repubblicana.

E il tunnel nel quale siamo rimasti ‘intrappolati’ dentro, da oltre venticinque anni, è talmente vecchio e decrepito che rischia persino di crollarci addosso seppellendoci vivi sotto le sue macerie, come accaduto alla volta della galleria Bertè in A26, nei pressi di Masone, in direzione Genova, crollata nel tardo pomeriggio di ieri, per fortuna senza vittime. Un ulteriore crollo che stigmatizza la triste realtà di un paese che sta cadendo a pezzi!


Ci avevano promesso – tutti quanti, nessuno escluso – che se li avessimo votati ci avrebbero fatto uscire dal buio e portati fuori dalla crisi a rivedere le stelle.

E allora li abbiamo votati e provati tutti: azzurri, rossi, verdi e gialli!

Ma qui, da questa parte, una parte fatta di gente che campa di lavoro e pensione e che versa fino all’ultimo centesimo di tasse, nulla è cambiato. Non si vede nessuna luce: è ancora notte fonda!

Le retribuzioni sono ai minimi storici, i servizi sempre più carenti, il costo della vita sempre più alto con una pressione fiscale che si porta via ben oltre la metà del reddito.

Eppure va avanti così, senza interruzioni di sorta, da oltre vent’anni. Segno evidente che alla stragrande maggioranza degli italiani va bene così come è.

Perché così com’è – in questa situazione di estrema incertezza, dove non funziona più niente – gli conviene restare per continuare a lucrare sulla pelle dei “soliti fessi” che pagano pegno “zitti e mosca”!

Eppure da un sondaggio realizzato da Ipsos per il Corsera, emerge che quasi un italiano su due (49%) ritiene che il Paese stia andando nella direzione sbagliata (+ 10% rispetto al dicembre 2018), mentre il 21% è convinto che abbia intrapreso la giusta strada (-14%) e il 30% sospende il giudizio. Solamente il 15% degli italiani esprime un giudizio positivo sull’economia del Paese (-3% rispetto al 2018), mentre il 76% è di parere opposto.

La maggioranza assoluta (53%) non intravede alcun segnale di ripresa (+ 6%), mentre il 24% ritiene che vi siano alcune avvisaglie e solo una minima parte (2%) è del parere che i segnali di miglioramento siano evidenti.

La graduatoria delle preoccupazioni degli italiani fa registrare qualche cambiamento rispetto allo scorso anno: invitati ad indicare le principali priorità del Paeseil 77% degli italiani indica spontaneamente il lavoro e l’economia (+2%), seguiti dal funzionamento delle istituzioni e dalla situazione politica, menzionati dal 43% (in aumento di 10 punti), dal welfare (36%, in flessione di 2 punti).

A seguire si colloca il tema dell’immigrazione (23%), in forte calo rispetto al dicembre 2018(-14%), quindi la sicurezza (22%, in calo di 2 punti), l’ambiente (14%, in aumento di 6 punti) e la mobilità (2%). Rispetto alle prospettive economiche personali e familiari, quasi un italiano su due (46%) non si attende cambiamenti, il 24% è pessimista e il 22% ottimista.

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2 Responses

  1. Evelina Ezechiele ha detto:

    Purtroppo i 5stelle hanno dato il colpo di grazia ad un sistema politico già agonizzante: adesso la gente non crede più alla politica, qualcuno va dietro alle sardine per cercare notorietà e visibilità per poi fare come i 5stelle, prendere la poltrona!!!!!

  2. Giacomo-TO ha detto:

    Siamo in presenza di una crisi sistemica, non crisi politica.
    Il sistema partititco è in coma, il M5S ne è la prova evidente, un reggimento di neofiti della politica, pensava di essere in grado di risolvere. L’esperienza si crea con anni di LAVOR+ STUDIO + ESPERIENZA, Grillo ha fatto sognare ed illuso gli italioti.
    Apriamo gli occhi in ITALIA non c’è democrazia ma partitocrazia che è cosa diversa al 100%.

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