Noi italiani popolo di navigatori, santi, allenatori di calcio e adesso virologi! di Gaetano Pedullà

di Gaetano Pedullà. La paura è un sentimento che ha del buono, perché ci focalizza su un problema e spesso ci permette di venirne fuori con una forza che neppure sapevamo di possedere. Quando però diventa panico, ci porta a fare gravi errori, e talvolta a pagarli cari. Dunque sta a noi dare il giusto peso alle cose, possibilmente facendoci consigliare meglio di quanto sta accadendo in questa pericolosa vicenda del coronavirus. Esplosa appena qualche settimana fa, l’epidemia è l’argomento fisso di tutti i mezzi d’informazione, e senza sottovalutarne affatto la gravità sta però allarmando oltremisura mezzo mondo. Non abbiamo ancora una cura specifica o un vaccino, è vero, ma ci sono molti casi persino di guarigione spontanea, senza contare il mix di antibiotici che ha funzionato in un buon numero di persone infette.

Il tasso di mortalità, inoltre, è al momento più basso della Sars e della comune influenza di stagione. Possiamo stare tranquilli, allora? Niente affatto, perché i soggetti più deboli, e non solo, rischiano la vita e circoscrivere la diffusione del virus è un obiettivo prioritario per la salute pubblica. Per questo il Governo – primo in Europa – ha bloccato i voli diretti dalla Cina, ha costituito dei presidi di controllo della temperatura corporea negli aeroporti, e con l’insorgere di focolai in determinate zone ha disposto un precauzionale divieto di circolazione dei cittadini fuori dai loro Comuni. Parallelamente il prossimo Consiglio dei ministri darà aiuti economici a chi è stato danneggiato.

Si poteva fare di più, come mettere in quarantena tutti coloro che arrivano in Italia dalla Cina e da ogni altra parte del mondo? Ovviamente ciascuno dirà la sua, in ossequio alla tradizione che fa di noi italiani un popolo di navigatori, santi, allenatori di calcio e adesso virologi. Nel frattempo c’è chi approfitta del terrore, e vende flaconcini di disinfettante a peso d’oro, o si presenta nelle nostre case con dei finti test truffa. Meglio perciò ragionare senza perdere la calma, usare gli accorgimenti di prevenzione, a partire dal lavarsi più spesso le mani, e non alimentare lo sciacallaggio politico ed editoriale di qualcuno, ricordandoci che al virus dell’ignoranza e dell’opportunismo non c’è cura.

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3 Responses

  1. Vale'68 ha detto:

    E’ quando scoppia un’emergenza che vengono fuori i limiti o i pregi di chi sta alla barra di comando. In questo caso, con il Coronavirus che ormai è entrato in casa nostra, sono fin troppo evidenti i limiti di questo ConteII.

  2. Rex ha detto:

    Questa tragica esperienza del Coronavirus dovrebbe insegnare a Sinitri, Buonisti e Bergogliani che non possiamo far entrare cani e porci in Italia, punto e basta!

  3. Giacomo-TO ha detto:

    “al virus dell’ignoranza e dell’opportunismo non c’è cura” e non c’è cura nemmeno per il virus del FALSO BUONISMO.
    Il futuro globalizzazione, lo dicono gli esperti ci riserva pandemie periodiche, per il semplice fatto che milioni e milioni di Persone che si spostano, possono portare virus anche a loro insaputa.
    In Italia il buonismo grazie alla ottusa politica del vaticano, ha imposto di dover accogliere chiunque arrivi. Salvare in mare un naufrago è doveroso, ma una volta salvato lo si può distribuire fra tutti i Paesi d’Europa. Il PD per le sue cooperative e per poter sforare il bilancio chiedeva all’Europa che l’Italia ospitasse tutti.
    La legge MARTELLI prevedeva che chi arrivava in Italia, doveva avere i documenti in regola, compresi i sanitari.
    A furia di urlare razzista\fascista a chi non la pensava come i buonisti siamo al punto che siamo.
    I centri di massaggio cinesi, i ristoranti cinesi,.. spesso non rispettano norme igieniche, ecc.
    Siamo in mano al Grande fratello, isola famosi, barbarella, fuori dal coro, tutte trasmissioni che hanno uno scopo comune NON FARCI VEDERE il baratro verso il quale ci porta un parlamento ed un governo incapace ed ottuso.
    Se gandianamente NON LI CACCIAMO non c’è speranza di uscire dal buco nero.

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